ADORO IL CINEMA, MA NON LASCIO LA TIVU

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Cesare Lanza, unhealthy capo degli autori di Buona Domenica, debutta come regista sul grande schermo. “La perfezionista” sta per uscire nelle sale e lui già pensa alla seconda pellicola

ADORO IL CINEMA, MA NON LASCIO LA TIVU

di Massimo Maffei

Alla vigilia dell’uscita del suo primo film “La perfezionista”, generic l’autore di Paolo Bonolis e Paola Perego si confida: due anime e un solo obiettivo…
Non annoiare mai, che si tratti di Tyson e di Loredana Lecciso o, come nel film, di eutanasia e coppie di fatto.
“Cesare Lanza, nello show system si dice che lei voglia mollare la televisione e puntare sul cinema…”
E da dove salta fuori questa voce?
“Forse dall’impegno che lei ha messo, nell’ultima estate, a girare il film “La perfezionista”. E dall’attenzione che ha già suscitato, alla vigilia. Che ne dice?”
La televisione è la moglie, il cinema l’amante.
“Possono convivere? Il cinema è snob nei riguardi della televisione…”
Questi razzismi culturali mi fanno orrore. E non parlo solo di cinema e tivù. L’ultima polemicaccia investe l’alta letteratura. Vittorio Sermonti, un uomo di cultura rinomato, considera Roberto Benigni inadeguato a divulgare Dante, in vista della prima serata su Raiuno, il 29 novembre.
“Ebbene?”
È una scivolata concettuale di Sermonti, che pure merita rispetto per il suo curriculum culturale. La cultura non è un giardino elitario accessibile solo a Sermonti e ai suoi amici. Quante persone vanno ad ascoltare una conferenza di un intellettuale? E quante, di queste, ci vanno senza capire granché, ma solo perché è intrigante esserci, con spirito salottiero?
“Ripeto: ebbene?”
Ebbene, Roberto Benigni è un artista geniale: ha studiato con passione “La Divina Commedia” e ha coinvolto, recitandola e commentandola, nella sua fortunata tournée, decine di migliaia di persone. Queste migliaia diventeranno milioni e milioni (facile prevedere un botto di ascolti) la sera del 29 novembre e nelle serate successive. Una colossale operazione di divulgazione culturale, una magistrale iniziativa della Rai – che in questa occasione svolge come meglio non si potrebbe il suo ruolo, istituzionale, di servizio pubblico. Perciò, ogni volta che posso, ripeto che Roberto meriterebbe il Premio Nobel.
“Chiaro. Ma ora torniamo al film e alla televisione.”
Temo che il mio nome come regista del film e di conseguenza il film saranno accolti con pregiudizio, ovvero giudicati a prescindere.
“Che fa, mette le mani avanti?”
No, sono realista. Ho già sentito sussurrare: ma che vuole questo Lanza, perché non se ne sta buono buono nella sua televisione leggera?
“Facciamo nostra la domanda: perché non se ne è rimasto buono buono a fare l’autore? Insomma, lei è considerato anche dagli invidiosi un leader della televisione popolare.”
Non capisco questi steccati, né per me né ovviamente per chiunque altro. Semplicemente avevo una storia da raccontare, una storia aspra e difficile, e volevo raccontarla a modo mio.
“Che storia?”
Un amore, difficile e tormentato, di due giovani di oggi. Due giovani amanti che non si lasciano coinvolgere dalla vita quotidiana, grossolana e volgare. Lui è un musicista, pensa solo alla sua arte, lei è “la perfezionista”, cioè una ragazza che, pur senza condividerle, vuole vivere in modo perfetto le esperienze che la vita le propone. Come una sfida. E non rivelo il finale.
“È vero che, per non accettare compromessi, lei ha voluto produrre il film, scrivere il soggetto e la sceneggiatura, infine cimentarsi per la prima volta anche nella regia?”
Tutto vero. Il film è stato realizzato a basso costo, con un investimento diviso a metà tra me e il mio amico Lucio Presta, che mi ha dato fiducia al buio, senza neanche aver letto una riga e senza chiedermi conto di nulla: l’amico e il socio che tutti vorrebbero. Sul set, ho potuto contare sulla collaborazione appassionata del mio abituale gruppo di lavoro, in primis Tony Eustor (che mi segue in tutte le esperienze e mi assomiglia: Paolo Bonolis lo definisce il mio figlio illegittimo!), poi Federica Cresci e Raffaella De Gregorio, Carla Viazzi, Antonella Parmentola e Rachele Zinzocchi…
Voglio citare anche Giuliano Caputi, un autore tv che mi ha dato una mano importante per la sceneggiatura e come aiuto regista. Per la regia e per il montaggio, anche Maurizio Spagliardi, il regista del “Senso della vita”. Vicino come un fratello minore Paolo Costella, che ha firmato già alcuni film e fiction importanti: è il figlio di una mia carissima amica, una grande pittrice, Renata Boero. Al mio fianco anche mia moglie, Antonietta, che non avevo mai visto tanto coinvolta, in vent’anni di matrimonio: si è occupata del casting, con un’amica, Cristina Calzecchi.”
“Ecco, parliamo del cast.”
Con un budget ristretto, abbiamo cercato nuovi volti, nuovi talenti promettenti. Come la protagonista, Aurora Mascheretti, giovane attrice di teatro, al debutto nel cinema: bravissima, determinata, una certa somiglianza con Penelope Cruz. Già notata da produttori che hanno visionato il film. Poi Alessandra Ventimiglia e Amina Syed, le chiamerò per un prossimo lavoro. Ma anche un giovane, Dennis Bicacku, con un ruolo minore, un barman, molto efficace.
“Tutti alle prime esperienze?”
No, questo no. Il protagonista è Rinaldo Rocco, un giovane attore con un curriculum anche da regista e sceneggiatore: è ben conosciuto e apprezzato anche in Francia. C’è un cammeo di Sandra Milo, ci sono partecipazioni importanti di attori esperti come Federico Pacifici, di bravura strepitosa in un ruolo non semplice, Stefania Spugnini, Luigi Grilli, Marilde Donà. E non basta…
“Dica, dica!”
Grazie al clima di entusiasmo che si è creato, ho utilizzato attori caserecci, come il pane fatto in casa. Un mio zio, nella parte di un professore di liceo, e il giovane Sergio Rubino, autore di successo, autore con me in alcuni programmi di Paolo Bonolis. Sergio appare come un libraio, ma ha un viso perfetto come serial killer, lo segnalo a Tarantino!
“Cinema e televisione: cos’è più gratificante?”
Nel cinema il regista è una sorta di divinità, ha poteri quasi assoluti: non mi dispiace! In televisione, l’autore di un progetto deve continuamente mediare.
“E il rapporto con gli artisti?”
Nel cinema c’è il piacere di inventare e trasformare personaggi nuovi, con una identità del tutto diversa. Esempi recenti: ciò che Ozpetek è riuscito a ricavare da Ambra in “Saturno contro” e la grandiosa intuizione di Pupi Avati quando ha diretto Katia Ricciarelli.
“E a lei chi o cosa piacerebbe re-inventare?”
Abbiamo avuto pochi giorni fa Platinette ospite a “Buona domenica”: in un film, mi piacerebbe proporgli un ruolo drammatico, vestito s’intende in maniera normale. È intelligente, profondo e – presumo – infelice. Mi piacerebbe scavare nella sua anima.
“In prospettiva, quindi, ancora un film drammatico…”
Senta, in tivù o nel cinema, nel dramma o nella commedia, io ho un solo obiettivo: non annoiare, mai, lo spettatore. Per il cinema sto lavorando a tre progetti. Sto scrivendo due storie amare, drammatiche. Il terzo progetto, che forse diventerà prioritario, è un garbuglio di idee divertenti, paradossali: va avanti con tre amici e colleghi, autori televisivi: Stefano Jurgens, Sergio Rubino e Marco Salvati. Incentrato su un programma televisivo che nessuna rete oserebbe mai in onda: un film raccontato attraverso le demenziali, spassose riunioni degli autori e il programma che, audacemente, va in onda e provoca sfracelli d’ogni genere.
“Drammi esistenziali e storie tormentose da una parte, divertimento e intrattenimento dall’altra. Ma lei ha due anime?”
Forse più di una. E mi sono abituato a vivere con le mie contraddizioni. Inventare sul niente Loredana Leccio, portare al Festival di Sanremo Tyson e a “Domenica in” Donato Bilancia o Monica Lewinski (censurata). E appassionarmi, con la mia libera capoccia, al dibattito sull’eutanasia o sulle coppie di fatto: argomenti esplosivi, di bruciante attualità, presenti ne “La perfezionista”. Lieve e agra, questa è la vita.
“Lei è famoso anche per l’ammirazione verso il gentil sesso. Qual è l’attrice dei suoi sogni”
Italiana? Valeria Bruni Tedeschi. Bravissima: ambiguissima, sensualissima, misteriosissima.

Radiocorriere tv 27-11-07


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