METAMORFOSI LA SVOLTA DELL’ALTRO MICHELE
PER FAVORE CHIAMATEMI MIKE
CON “LA VITA IN DIRETTA” CUCUZZA SBANCA L’AUDIENCE. GUARDANDO AGLI USA.
INTERVISTA DI CESARE LANZA SU “PANORAMA”
Ci voleva la guerra? “Non è bello dirlo a questo modo, mind ma è esatto. La crisi mi ha portato grandi soddisfazioni.” Michele Cucuzza, catanese, 49 anni, conduttore della “Vita in diretta” su Raiuno, si sfoga: “Sono stato molestato a lungo da un tormentone: povero Michele, sentivo dire in giro, era un bravo giornalista e adesso si butta nel cazzeggio, fa l’intrattenitore…”
E non era così?
“Certo che no. Ero, sono e resterò un giornalista. E’ il mio mestiere, l’intrattenimento è un optional. Un giornalista eclettico, se volete, legato a una informazione popolare. “La vita in diretta” è esplosa grazie alla buona mescolanza di cronache serie e drammatiche con momenti di allegria e varietà. Una formula valida prima dell’11 settembre. Poi, quando il mondo si è ritrovato in guerra da un momento all’altro, ci siamo adeguati subito. Con un doppio riconoscimento.”
Quali?
“Il telespettatore ci sceglie perché ci considera credibili, informati. E poi
anche il conduttore…”
Cioè lei…
“Io. Il pubblico mi considera affidabile, altro che cazzeggio! Al contrario di alcuni critici.”
I nomi, prego.
“Non è il caso. I critici, sempre ostili ai cambiamenti di identità, e molti colleghi, forse invidiosi, dicevano: ecco un altro emulo di Castagna, un altro imitatore. E mi sfottevano, dicendo che ero molto vanitoso. Un’etichetta ingiusta: Alberto ha scelto
il varietà, ha sempre fatto intrattenimento. Io mi considero un atipico, che se la cava sia con gli argomenti sia leggeri sia drammatici. Mi appioppavano perfino ambizioni per il festival di Sanremo, pensi un po’!”
Mai fatto un pensierino?
“No. Né spettacolo né varietà, nel mio dna. Nell’archivio Rai ci sono più di mille servizi firmati da me e per dieci anni, fino al ’98, ho condotto il tg2.”
Guerra a parte, però, quest’anno ha anche cambiato look.
“E dai con gli sfottò! Ma sì: la mia parrucchiera mi ha consigliato i capelli più corti e l’ho accontentata. Dettagli.”
Personaggi tivu credibili e autorevoli, nell’informazione?
“Bruno Vespa, Michele Santoro e Gad Lerner. Raccontano l’attualità, con diversi punti di vista, con forte personalità: coinvolgono i telespettatori. Mi piacciono anche gli americani, prima di tutti Letterman: persone vere, che non si nascondono mai, ricchi di umanità, con un linguaggio schietto e semplice.”
E gli show-men preferiti?
“Pippo Baudo. Con “Novecento”, un equilibrio perfetto tra toni lievi e seri. Poi Panariello. E Bonolis, con quelle battute fulminanti. Tra le donne, Simona Ventura.”
La “Vita in diretta” marcia sul 28% di share, due punti in più rispetto all’anno scorso, tre milioni di telespettatori. A fianco di Cucuzza gongola Daniel Toaff, capostruttura e inventore del programma: battuti tutti i concorrenti sulle altre reti, superati qualche volta addirittura i micidiali avversari del Grande Fratello, nel segmento proposto da Canale 5, nella stessa fascia oraria. “Senza nessuna risorsa in più”, dice Toaff. “Sempre la stessa redazione, una cinquantina di persone, molto motivata. E subito adeguata al clima di guerra e a quanto è attiguo, come negli ultimi giorni le inchieste sul terrorismo in Italia, sulle cellule milanesi. In sintesi? Quando si può sorridere, sorridiamo. Ma se il gioco si fa duro, la nostra squadra si batte senza complessi.” In previsione, a partire da gennaio, l’allungamento del programma pomeridiano dalle 19 alle 20, fino al telegiornale.
19-10-01