La pillola insegna la calma.
E il bacio? Come lui si comporterà a letto
Quarta puntata dell’indagine di “Sette” sul rapporto tra le donne e l’anticoncezionale che compie 50 anni. Stavolta a parlarne è la conduttrice Tv che di sesso se ne intende. E che qui rivela di aver conosciuto solo tre uomini che sapevano l’arte di amare.
di Cesare Lanza “Sette”
Ecco, dopo molte altre, dubbiose e incerte, una testimonianza favorevole a tutto campo alla pillola. E’ di Antonella Clerici, 39 anni, star dominante negli ascolti della fascia televisiva del mattino, su Raiuno, con un fortunato programma di cucina. Ne approfitto per stuzzicarla a parlare, con ristrette riserve, della sua sessualità (si sa che cibo e amore vanno a braccetto). Cominciamo dalla pillola…
“Anticoncezionale fondamentale per la donna, per la sua emancipazione”, dice Antonella. “Io sono contraria all’aborto… E purtroppo non solo in Paesi depressi, ma dovunque, ancora oggi, è diffusa l’abitudine di utilizzare l’aborto come mezzo terapeutico. Anche se la Chiesa è contraria, la pillola ha contribuito a evitare l’atrocità dell’aborto, utilizzato da molte ragazze, rimaste incinte per inesperienza, e da tante donne infelici, come l’unico mezzo risolutivo di un grave problema.”
E per quanto riguarda la tua esperienza?
“Ho preso la pillola a lungo, quando avevo poco più di vent’anni, con benefici eccellenti, al di là del fatto anticoncezionale. Non posso che dirne bene. La pillola mi ha regolato il ciclo mestruale (soffrivo in maniera molto dolorosa, i primi giorni dovevo restare a letto), mi ha fatto sparire i brufoli, mi ha dato una pelle meravigliosa… E poi le pillole dell’ultima generazione sono molto lievi, le controindicazioni sempre meno fastidiose. In sintesi: se avessi una figlia, gliela darei.”
In sintesi, un giudizio assolutamente positivo.
“Beh, quando avevo vent’anni non c’erano problemi relativi all’Aids. Ma oggi, certo, il preservativo è indispensabile per evitare pericolose malattie.”
Quando hai scoperto la pillola, com’era la tua vita?
“Non ero sposata né fidanzata. Frequentavo l’Università, volevo una vita libera e la pillola contribuiva alla mia libertà.”
A che età, il primo rapporto sessuale?
“Tardi, considerando le consuetudini dell’epoca: nell’estate precedente al mio diciottesimo compleanno. Ricordo che accadde con un mio coetaneo, il mio miglior amico dell’adolescenza, Valerio. In pratica, non mi sono accorta di nulla. Niente dolore: questo lo ricordo bene, perché tutti dicevano che si soffriva molto. Una cosa tranquilla, un passaggio naturale: non ho mai avuto rapporti amorosi e sessuali traumatici, tormentati. Certamente eravamo un po’ imbranati… Fu una cosa più amicale che sessuale.”
E hai rischiato di restare incinta.
“Si sa che la prima volta è raro. Comunque, anche in seguito, riconosco una grande incoscienza giovanile, che so, interruzioni, espedienti a rischio. Ma debbo dire che avevo rapporti sporadici. Prima della pillola pochissime volte, sempre con lo stesso ragazzo.”
Poi?
“Poi, all’Università, quando cominciai ad amoreggiare con un altro ragazzo,
Maurizio, con rapporti cadenzati e più frequenti, scelsi la pillola, per sentirmi libera. Ma…”
Ma?…
“Ma debbo precisare che la mia vita sessuale vera, piena e soddisfacente, è
cominciata dopo i 28 anni.”
Spiegami meglio.
“Prima, era un mordi e fuggi: un modo di fare l’amore goloso, infantile. Poi, a poco a poco, cominciai a conoscermi, a imparare a dare e ricevere piacere. E’ un’età splendida, dai 30 ai 40 anni, per fare bene l’amore. Spero che continui così…”
Perchè no?
“Sono fiduciosa. Alla mia età le donne imparano finalmente ad affinare le capacità seduttive. E poi, lasciamelo dire, io ho una fisicità portata al sesso. Sono ridondante, materna, con questo grande seno…E’ un fisico che invoglia e mi invoglia, o no? Sono portata all’amore. E ho imparato tante cose. Tutto, ad esempio, comincia dal bacio. Il bacio è il momento più intimo di un rapporto sessuale, non certo la penetrazione! E da come lui ti bacia, capisci subito tante cose.”
Cosa?
“Ma, insomma, capisci tutto. Capisci se gli piacciono i preliminari o no, se è il
classico tipo frettoloso, quello di una botta e via: capisci se sa assaporare l’attimo fuggente, se è godurioso, se gli piace giocare, se è disponibile all’intensità, alla passione…”
Scorgo in quel che dici un piacere evidente per i preliminari.
“I preliminari! Ma i preliminari sono tutto. I preliminari sono l’amore. Perché prima, se si fa bene, tutto è bello: ti senti stimolata, coccolata… Ci sono gli odori, sapori: c’è l’attesa, l’impazienza. Credimi: se non ci sono preliminari, neanche val la pena di andare avanti. La mia sessualità è avvolgente. E voglio altrettanto, voglio uomini avvolgenti.”
Spiegami bene cosa intendi, per questo avvolgimento.
“Essere avvolgenti significa saper dare e ricevere, secondo esperienza,
istinto, fantasia. in tanti modi. E’ un modo ricettivo, uno stile attivo e passivo, languido e partecipativo, di far l’amore.”
Fammi un esempio di femmina avvolgente, una donna che ti piacerebbe.
“Una Venere botticelliana. Oppure la Ferillona! Sì, Sabrina Ferilli è una
splendida donna avvolgente, di stampo tradizionale, tondeggiante… Se io fossi un uomo, certo non mi piacerebbe una donna muscolosa, mascolina. Comunque, non è importante solo la fisicità, per l’avvolgenza..”
Cosa, ancora?
“Nell’avvolgenza c’è anche il “ti vedo e non ti vedo”, che adoro. La biancheria intima, un certo modo di prepararsi, lento, un lasciarsi andare progressivo, con attenzione ai toni e ai particolari… L’eccessiva nudità mi dà fastidio, come qualsiasi cosa che ricordi il terribile stile “pronti, via…”, e succeda quel che deve succedere. Per carità!”
Invece…
“Ti ho già detto del dare e dell’avere. Una donna, storicamente, è indotta a dare. E fino a 28 anni anch’io la pensavo così. Poi una donna capisce che, per stare bene, bisogna anche ricevere.”
Ma è facile?
“Cosa?”
Realizzare la formula dare e avere.
“Non credo proprio. Adoro gli uomini, ma penso di averne conosciuto solo tre,
che sapessero. Parliamo di un’arte. E io credo di averla imparata.”
Il segreto qual è?
“Non essere ossessionati da quell’idea fissa, di arrivare subito a quella cosa
là. Capire che il piacere è cerebrale prima che fisico…”
Si nasce o si impara? E tu cosa sei stata, autodidatta?
“Se hai istinto, puoi imparare da te. Ma il partner è prezioso. Può succederti di
trovare un uomo sessualmente interessante, ma sentimentalmente, come dico io, analfabeta. O viceversa. Che meraviglia, se trovi un uomo interessante per tutti e due gli aspetti. Essenziale è mettersi in gioco, saper rischiare.”
E tu? Sai rischiare?
“Credo di sì. Bisogna rischiare col cuore, con la testa e con diciamo – il
corpo. Non importa la durata di un rapporto. Importa come si vive, una storia d’amore. E se si raggiunge una fusione magica, tra quei tre elementi. E bisogna essere esigenti, io sono una donna molto, molto esigente.”
Ecco un altro punto interessante: come esprimi, queste esigenze?
“Offro. Chiedo. Mostro. Dimostro. Alliudo. Ma se non c’è ricettività, scappo.
Non sono una crocerossina.”
Raccontami le tue storie…
“Mai. Parlo liberamente di me e delle mie idee, ma non coinvolgo
nessuno.”
Neanche il partner più famoso, Massimo Giletti?
“Posso scherzare, siamo rimasti amici. Beh, Massimo è un po’ analfabeta sentimentalmente, come dico io, senza offesa. Non si fa coinvolgere col cuore, con la testa, con la pancia… come invece piace a me.”
Insisti molto sulla lentezza. Mai avuto un rapporto al primo incontro?
“Mai successo. Libidine pura, vuoi dire? No e no. Io ho bisogno di una passione a 360 gradi, sempre.”
I luoghi sono importanti?
“Quando sei presa dalla passione, dimentichi il luogo dove ti trovi, tutto va bene.”
Ma il tuo posto più curioso?
“ Forse in una cabina al mare, da ragazza.”
Si parla, durante l’amore?
“Sì, ma non troppo. E mai, alla fine, chiedere se ti è piaciuto. Se succede,
chiuso: non c’è una seconda volta.”
Hai fatto riferimento ai tuoi 28 anni, come a una svolta. Perché?
“Perché ho conosciuto l’uomo che poi sarebbe diventato mio marito, tanti anni dopo, Sergio. Ha 17 anni più di me e mi ha insegnato tutto. Un maestro. Mi ha fatto capire che non sapevo quasi niente. Siamo stati insieme tre anni, poi ci siamo lasciati e poi, dopo tanto tempo ancora, ci siamo ripresi e sposati.”
Nelle tue esperienze, hai trovato solo tre uomini capaci di realizzare la
magica fusione…
“Non chiedermi i nomi. Non li farei.”
Non li chiedo. Ma se solo tre ce l’hanno fatta, di contro ci saranno state
molte delusioni. O no? Mi stai dicendo anche tu, come tante, che gli uomini sono egoisti, impreparati, frettolosi, immaturi?
“Ma no. Il traguardo della magica fusione non è facile. A me piacciono gli uomini. E li difendo. Non tutte le colpe sono loro. Troppe donne non sanno fare l’amore. E il mio consiglio è: fatelo meno spesso, ma fatelo bene.”
Un’altra curiosità. In questa crescente consapevolezza, avrai imparato
a conoscerti bene. Qual è il tuo punto debole?
“Senza dubbio, il seno.”
E qual è il punto debole più diffuso, tra gli uomini?
“Che domanda… E’ una risposta scontata, credo. Diciamo che è lì, no? Ovviamente è lì. Ma bisogna arrivarci con calma, con tranquillità.”
Concludendo sulla pillola, che cosa ti ha dato in due parole?
“Ecco, appunto. La calma indispensabile, la tranquillità.”
7-5-03