La procedura per la scelta della sede dell’Agenzia europea del farmaco decisa dopo il pareggio al terzo turno tra le due città
Milano perde l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, al sorteggio. La beffa arriva poco prima delle 18.15, quando anche la terza votazione non era riuscita a risolvere la sfida per la prestigiosa agenzia. La città italiana e Amsterda, infatti, avevano ottenuto lo stesso numero di voti e quindi ci si è affidati al caso. E alla fine è uscita vincitrice la capitale dei Paesi Bassi.
Milano era arrivata in testa alla votazione finale. Aveva infatti superato il secondo turno con 12 voti, davanti ai 9 di Amsterdam e ai 5 di Copenhagen, che è stata eliminata. Alla prima tornata di votazioni Milano era in testa con 25 voti contro i 20 delle due città nord europee.
Dopo mesi di attesa e di intense campagne promozionali, per Milano è arrivato il momento della verità: i ministri per gli affari europei dei 27 Paesi Ue (tutti tranne la Gran Bretagna) decidono in quale città, tra le 19 che si sono candidate, dovrà traslocare l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, costretta a lasciare Londra a causa della Brexit. Alla vigilia delle votazioni – che sono partite alle 16.30 a scrutinio segreto – la principale insidia per la candidatura della città della Madonnina era rappresentata da Bratislava, che però sorprendentemente non è passata al secondo turno. Sono infatti inizialmente rimaste solo le capitali di Paesi Bassi e Danimarca e poi solo Amsterdam.
In mattinata, dopo Malta e Zagabria, anche Dublino aveva ritirato la propria candidatura dalla corsa. Il ministro irlandese Simon Coveney entrando al consiglio Affari generali dove oggi si voterà per l’assegnazione dell’agenzia, ha affermato: resta “forte la nostra attenzione” per ottenere l’Autorità bancaria europea (Eba)
Alla procedura per l’Italia partecipa il sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi. Tutte le votazioni sono anonime e segrete e le schede cartacee, al termine, saranno distrutte. Tra uno scrutino e l’altro potrà trascorre mezz’ora o poco più: il tempo necessario ai singoli rappresentanti per consultare le capitali e far convergere i voti su questo o quel candidato.
Si comincerà dalla scelta della nuova sede dell’Ema. Il Paese vincente, nel caso l’abbia presentata, dovrà ritirare la sua candidatura per l’Eba. Al primo turno ciascun Paese rappresentato intorno al tavolo avrà sei punti da distribuire: 3 per la sede ritenuta più adatta, 2 per la seconda scelta e uno per la terza.
Le regole prevedono che per assicurarsi la vittoria al primo scrutinio sarà necessario raccogliere 3 voti da almeno 14 Paesi. In caso contrario, le prime tre classificate (o più nel caso di punteggi ex aequo) passeranno al secondo turno, dove ogni Paese avrà un solo voto da assegnare. Per vincere, in questa fase, sarà necessario raccogliere almeno 14 punti. Ma se così non fosse, le prime due classificate (o più in caso di parità) andranno allo spareggio finale, dove ogni Paese avrà sempre solo punto da assegnare. Chi raccoglierà più consensi, vincerà. In caso di parità, la vittoria sarà assegnata con un’ estrazione a sorte.
Michele Bocci, Repubblica.it