Borsalino è il nome della storica società di Alessandria diventata famosa per avere insegnato a portare il cappello alle più grandi star degli anni Settanta. L’azienda diede addirittura il titolo al film del 1970 diretto da Jacques Deray, “Borsalino” appunto, con gli attori Alain Delon, Jean-Paul Belmondo e Mireille Darc (appena scomparsa). Dalla sua nascita, 160 anni fa, a oggi la società produttrice di cappelli ha attraversato fasi alterne, il cui punto di minimo è probabilmente quello della gestione sotto la proprietà del finanziere astigiano Marco Marenco, protagonista di quello che è stato definito il maggiore crac della storia italiana dopo la Parmalat. A oggi la Borsalino si trova davanti a uno snodo cruciale per il rilancio dopo le (numerose) difficoltà degli ultimi mesi.
La data da cui potrebbe partire questa nuova fase è quella dell’11 settembre prossimo. Per quel giorno, infatti, è stata convocata l’assemblea degli azionisti che dovrà prendere tutta una serie di decisioni fondamentali. Tanto per cominciare, in sede straordinaria, dovrà dare il proprio via libera al conferimento al consiglio di amministrazione, presieduto da Raffaele Grimaldi, di una delega per aumentare il capitale fino a 7,5 milioni. L’operazione, ammesso e non concesso venga approvata, prevede l’esclusione del diritto di opzione per gli attuali soci. Prima azionista è ancora Finind, uno dei veicoli al centro del crac Marenco.
L’aumento di capitale potrebbe servire a fare entrare nell’azionariato della Borsalino in forze l’imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio che, attraverso il fondo Haeres Equita, ha già affittato un ramo dell’azienda. Secondo fonti sindacali, cui la società prima della pausa estiva ha esposto prospettive e scenari, l’operazione servirebbe proprio a consentire a Camperio di “blindare” il capitale, al fine di evitare che un giudice possa metterla all’asta con una procedura di concordato preventivo. Secondo quel che scrive il Corriere della Sera del 30 agosto, nella probabile cordata di Camperio ci sarebbe anche l’uomo d’affari cinese Bo Zhang. L’ufficio stampa di Borsalino, cercato e contattato in fase di stesura dell’articolo (la mattina del 29 agosto) si è rifiutato di richiamare per vedere di cosa si avesse bisogno.
Da ricordare che alla fine del 2016 il tribunale di Alessandria aveva revocato il concordato preventivo in bianco che era stato concesso a marzo dello stesso anno per superare la fase di difficoltà. Non è escluso che, dopo l’assemblea dei soci dell’11 settembre, la società possa dirigersi verso un nuovo concordato preventivo.
Nel frattempo, l’attuale consiglio di amministrazione – che oltre al presidente Grimaldi conta anche Francesco Saverio Canepa e Marco Moccia – ha deciso di muovere anche contro la precedente gestione, rea di avere trascinato la società in acque turbolente. All’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti, oltre all’approvazione dei bilanci di esercizio dal 2014 al 2016, c’è così anche la promozione di una azione di responsabilità “nei confronti di cessati amministratori”: in pratica, si chiedono loro i danni. Da quel che si apprende, tuttavia, il bancarottiere Marenco dovrebbe essere escluso visto che è uscito da Borsalino più di cinque anni fa (periodo di tempo in cui si può promuovere un’azione di responsabilità). Nel mirino sembra esserci chi è venuto dopo.
Carlotta Scozzari, Business Insider Italia