Avere molta liquidità sul conto è una soluzione poco conveniente, un po’ frutto della tradizionale avversione al rischio degli investitori italiani e un po’ della crisi: fino a 100.000 euro sul conto non ci sono rischi veri e propri, ma i propri risparmi possono essere facilmente erosi, anno dopo anno, dall’inflazione. Ecco come fare per combattere i tassi sempre più bassi dei conti correnti remunerati.
Il conto corrente remunera sempre meno
Per alcuni potrà sembrare un’eventualità piuttosto remota, ma avere troppa liquidità sul conto corrente rischia di non essere una prospettiva auspicabile. Se un po’ di prudenza nello scegliere forme d’investimento alternative è sempre ovviamente consigliata – e il risparmiatore italiano, per sua natura, difficilmente si lancia in operazioni troppo a rischio – dall’altra parte è inutile sperare che lasciare contante in banca porti a qualche frutto, considerati gli interessi ormai bassissimi, che portano addirittura all’erosione del capitale invece che al suo aumento.
Secondo l’indagine Wealth Insights realizzata da Prometeia in collaborazione con Ipsos, in Italia questa situazione è tutt’altro che infrequente: il 46% dei risparmiatori non ha altre forme d’investimento oltre al deposito, e di questi uno su dieci ha più di 25.000 euro di liquidità sul conto. Quasi del tutto infruttiferi, spesso “in attesa che il mercato migliori”. Nei fatti, con investimenti rimandati a chissà quando.
I rischi della liquidità sul conto
Ma si rischia qualcosa tenere troppi soldi sul conto corrente? Se non si superano più di 100.000 euro per singolo conto (e se si va oltre la soglia, per essere proprio del tutto sicuri è meglio aprire un altro conto presso un altro istituto di credito o intestato a un’altra persona e depositare l’eccedenza) no: c’è infatti il Fondo interbancario di tutela dei depositi che protegge fino a quella cifra, anche nel caso dei conti correnti online.
Il vero problema, invece, è che le cifre lasciate infruttifere sul conto non hanno nemmeno la minima difesa contro l’inflazione: ovviamente 25.000 euro depositati 10 anni fa valevano di più, come potere d’acquisto, di 25.000 euro attuali, visto che si calcola una perdita di valore della liquidità in Italia in media intorno al 3,5% annuo, al netto della perdita di potere d’acquisto generata dalla crescita dei prezzi al consum.
Che cosa fare con la propria liquidità
Stando così le cose, la soluzione è quella di investire su un fondo obbligazionario o azionario, visto che ormai non mancano gli investimenti anche per somme non troppo elevate. Ad esempio scegliere un fondo bilanciato, per investire su un mix di azioni e bond gestito professionalmente e orientato verso il profilo di rischio scelto oppure – se si preferisce puntare per un ingresso dilazionato sul mercato – un Pac, un Piano di accumulo che permette di pagare una rata anche soltanto 25 euro al mese e una rata iniziale variabile dalle 3 alle 12 rate mensili.
Non mancano nemmeno le soluzioni tramite app come Gimme5, che permette di destinare in qualsiasi momento piccole somme (anche solo 5 euro) a uno dei fondi gestiti da AcomeA, con commissione di gestione scontata del 50% se si opera senza consulente. Rendimenti ormai molto bassi ma rischio davvero inesistente, infine, li hanno i conti deposito.
Giordano Rodda, Sos Tariffe