Indagine condotta dalla Dda: tra le persone coinvolte il consigliere regionale Sommese (Ncd), il sindaco di Aversa e gli ex primi cittadini di Pompei e San Giorgio a Cremano
Le mani della camorra sugli appalti pubblici in Campania grazie alla complicità di un gruppo di colletti bianchi in grado di truccare le gare. Sono almeno 18 i bandi di gara modificati per favorire i Casalesi, nella fattispecie il clan Zagaria: tra questi quelli per i lavori alla Mostra d’Oltremare di Napoli e in vari comuni, opere per una scuola, per l’Azienda regionale diritto allo studio (Adisu), per la seconda università di Napoli. Sotto inchiesta anche l’appalto per un impianto di cremazione al cimitero di Pompei e per il nuovo museo archeologico di Alife (Caserta). Per questo motivo la Guardia di Finanza ha eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito di un’inchiesta condotta da un pool di cinque pm della Dda (Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi, Sanseverino e Gloria D’Alessio) e coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Tra i destinatari dei provvedimenti anche imprenditori e molti politici.
Tra questi il nome più noto è quello del consigliere regionale del Nuovo centrodestra Pasquale Sommese, ex assessore alle Risorse umane durante la Giunta Caldoro. Il suo nome era stato iscritto nel registro degli indagati nel luglio del 2015 insieme ad altre 17 persone, tra cui alcuni sindaci del casertano. L’inchiesta è la stessa che oggi ha portato all’arresto di Sommese, accusato di corruzione in riferimento all’appalto per il restauro della torre civica mediavale del comune di Cerreto Sannita. Per gli inquirenti, l’ex assessore è colui che garantiva l’erogazione dei fondi regionali: nella fattispecie, si è impegnato a garantire il finanziamento di alcuni lavori in cambio di somme di denaro o sostegno elettorale. In alcune circostanze, inoltre, Sommese ha indicato espressamente il nome dell’imprenditore che doveva eseguire i lavori, attivandosi poi per l’erogazione dei finanziamenti. Secondo l’accusa, poi, nelle commissioni di gara sono state inserite persone vicine all’ingegnere Guglielmo La Regina, che poi veicolavano gli appalti alle ditte segnalate in cambio di promesse di denaro da corrispondere a sindaci e funzionari degli enti appaltanti.
Sommese, come detto, non è l’unico politico coinvolto: in carcere anche un altro consigliere regionale, Angelo Giancarmine Consoli (sempre di Ncd) e vari amministratori. Tra questi il sindaco di Aversa (Caserta) Enrico De Cristofaro, mentre ai domiciliari sono finiti l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio (Pd), l’ex primo cittadino di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano, Raffaele De Rosa (Pd), fratello del sindaco di Casapesenna (che a novembre scorso attaccò Il Fatto Quotidiano per le inchieste sui parenti dei casalesi), ex primo cittadino di Casapulla (Caserta) Ferdinando Bosco. Le 69 persone destinatarie di misure cautelari dovranno rispondere – a vario titolo – di accuse gravissime: si va dalla corruzione alla turbativa d’asta, fino al concorso esterno in associazione mafiosa. Nell’operazione del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, sono coinvolti non solo politici locali, ma anche funzionari pubblici, imprenditori, professori universitari, commercialisti, ingegneri e “faccendieri”, coinvolti con vari ruoli e responsabilità nelle gare di appalto pubblico realizzate in varie province campane, talvolta anche al fine di agevolare organizzazioni criminali di tipo camorristico.
La portata dell’operazione non è testimoniata solo dai numeri e dai nomi degli amministratori locali coinvolti, ma anche e sopratutto dall’arresto di altre figure di peso nonché di personalità stimate a Napoli e provincia. Tra queste c’è sicuramente Adele Campanelli, direttrice della sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli. Altri esempi: Salvatore Visone (ex presidente dell’Ordine degli architetti di Napoli e provincia), Claudio Borrelli (direttore amministrativo dell’azienda per il Diritto allo studio all’università di Caserta), Andrea Rea e Paolo Stabile (rispettivamente ex presidente ed ex dg della Mostra d’Oltremare di Napoli).
di Vincenzo Iurillo, il Fatto Quotidiano