L’autore inglese aveva 96 anni. La storia creata per divertire la famiglia e addormentare le bambine divenne un classico per l’infanzia e un bestseller
Aveva creato il suo bestseller per divertire le figlie, Juliet e Rosamond, e ogni sera dava vita a un’epopea in cui entravano il fantastico e l’epica, la morte e la speranza. Ma con protagonisti dei coniglietti.
Si è spento a 96 anni lo scrittore de La collina dei conigli, Richard Adams, nato nel 1920 nel Berkshire inglese. Dopo la Seconda guerra mondiale, era diventato un impiegato dell’amministrazione pubblica inglese (occupandosi peraltro di lotta all’inquinamento) e un padre di famiglia: dotato di una fantasia poetica, vivacissima, intensa, raccontava storie alle sue bambine. Una l’inventò in automobile durante un lungo viaggio e diventò una storia della buonanotte, per far addormentare le figlie: un’epopea con eroi e grandi peripezie, grandi terrori e grandi emozioni. E proprio le due bambine avevano insistito perché il padre ne facesse un romanzo.
In due anni, la storia era stata scritta, e Adams l’aveva inviata ai maggiori editori inglesi, che per la verità l’avevano rifiutata, tutti (si parla di ben tredici rifiuti da parte di altrettanti editori) tranne uno, Rex Collings, che accettò il rischio e pubblicò il romanzo con una tiratura iniziale di 2.500 copie. Ma le avventure di Quintilio, lo strano coniglietto veggente che ha la visione della distruzione della conigliera in cui vive e partirà con l’amico Moscardo per condurre la colonia di conigli verso una nuova terra, La collina dei conigli appunto (pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1975) , doveva diventare un bestseller da 50 milioni di copie e anche un film e una serie d’animazione. Diventato scrittore a 52 anni, Adams ottenne i maggiori premi inglesi per la letteratura dell’infanzia, tra cui la Carnegie Medal e il Guardian Prize, e da allora si dedicò interamente alla letteratura. Tra gli altri libri pubblicati in Italia, da citare La valle dell’orso, uscito per Rizzoli nel 1976, I cani della peste (Rizzoli, 1978) e La ragazza sull’altalena (Rizzoli, 1982), mentre è del 1999 il seguito della Collina dei conigli, intitolato La collina dei ricordi: nuove storie da La collina dei conigli e uscito sempre per Rizzoli. Difensore dei diritti degli animali, si è battuto per l’abolizione della caccia alla volpe.
Adams aveva attraversato la guerra mondiale, pur non entrando mai direttamente nel conflitto, ma era stato testimone del suo tempo, delle violenze, delle battaglie, del dolore inflitto ai civili, delle deportazioni; quest’esperienza comune agli uomini della sua generazione — oltre agli studi storici e mitologici dello scrittore — echeggia nell’avventura dei suoi protagonisti animali insieme al senso profondamente umano soffuso in tutta la storia, fino all’epilogo filosofico. Non solo i coniglietti sono personaggi dai caratteri antropomorfi, che parlano il «lapino» e hanno amici e nemici, idee e religioni, addirittura uno spirito guida, El-ahrairah; ma hanno tradizioni, cosmogonie e miti, apparizioni e sogni, tra loro ci sono i guerrieri ma anche veggenti e saggi.
Adams diventò celebre per un’avventura vivacissima e dai molti significati allegorici, ma che parlava soprattutto di ricerca e di crescita interiore: tanto che il coniglietto Moscardo alla fine abbandona il proprio corpo perché «non ne avrebbe avuto più bisogno», e parte per un viaggio spirituale in compagnia del suo spirito guida. La magia era nata qui.
Ida Bozzi, Il Corriere della Sera