“LA PERFEZIONISTA”DÀ SCANDALO
Una storia d’amore tra la segreteria di un avvocato e un musicista con un finale che tocca il dramma dell’eutanasia. Bravi i due giovani protagonisti.
DI MARZIA APICE
Cesare Lanza, giornalista e autore Tv, si è ora calato negli inediti panni di regista cinematografico: il suo film “La perfezionista”, infatti, ha già fatto molto discutere.
Perché ha deciso di fare anche il regista? Non è già abbastanza impegnato?
Le vite a volte si sviluppano senza una programmazione. Ho cominciato a fare il giornalista da giovanissimo, poi ho fatto l’autore televisivo. Tutto sempre ai massimi livelli. Ma avevo il desiderio di fare il cinema, che amo fin da ragazzo, quando andavo a vedere i film della Nouvelle Vague. E poi mi è capitata tra le mani questa storia…
“La perfezionista” è un film che prende in esame il tema dell’eutanasia, ma anche le coppie di fatto e la classe medica. Aveva voglia di provocare qualcuno o di dimostrare che anche lei è un autore “serio”?
L’eutanasia è il tema principale del film, nel suo rapporto con i giovani: ne ho parlato in modo responsabile e serio. Le altre tematiche sono più marginali. Forse la vera provocazione sta nell’aver sollevato il problema della libertà in un paese come il nostro, in cui ancora non si è liberi di decidere della propria vita.
Perché ha deciso di autoprodurre il film?
L’ho prodotto a metà con il mio amico e agente Lucio Presta, proprio perché volevo essere libero da condizionamenti esterni e avere la possibilità di fare un film che, nel bene e nel male, fosse interamente mio.
A proposito di attori: ha avuto il coraggio, e anche il buon senso, di scegliere Aurora Mascheretti, un’attrice che sa recitare.
La mia è stata una scelta insieme di coraggio e di necessità. Volevo un’attrice brava ma disponibile ad essere guidata; allo stesso tempo però avevo dei limiti di budget abbastanza stretti. Alla fine ho trovato ciò che cercavo e ne sono molto felice.
Si dice che abbia già in mente il secondo film… Ci può anticipare qualcosa?
Ho già scritto una sceneggiatura tratta dal mio romanzo “Caldo d’argento”, in cui racconto la storia di una signora di mezza età, disinvolta e libera da ogni pregiudizio, che vive nella Milano bene degli anni ’70. Ma ho anche un progetto teatrale: sto lavorando infatti ad una commedia brillante, una cosa che davvero non ho mai fatto.
ROMA WEEK, 28-10-08