Oggi si è tenuta la seconda edizione dell’Insurance Summit di ANIA. Qui si è tenuto il punto della situazione sul settore assicurativo. Vi riportiamo integralmente il discorso, che chiude i lavori del summit, della presidente di ANIA Maria Bianca Farina. Buona lettura.
(di Maria Bianca Farina, presidente ANIA) Cari amici, cari colleghi, siamo arrivati al termine dei nostri lavori.
Abbiamo ascoltato relazioni e dibattiti attorno ai temi al centro di questa seconda edizione del nostro Insurance Summit che personalmente mi hanno molto arricchita, come mi auguro sia stato per tutti voi, che generosamente avete accettato di partecipare a questa giornata così intensa.
Se l’obiettivo era uscire questa sera da Villa Miani più consapevoli, con le idee più chiare, sentendoci più forti per affrontare le sfide del presente, potremmo dire di aver raggiunto il nostro proposito.
Di questo voglio ringraziare in primo luogo il presidente di IVASS Luigi Federico Signorini, il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, il presidente di Eurofi David Wright, i due parlamentari europei così centrali nella vita delle istituzioni dell’Unione come Irene Tinagli e Markus Ferber, e il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera. Ognuno di loro dalla loro visuale, grazie alle proprie competenze e responsabilità, ci ha aiutato a comporre un quadro molto articolato e chiaro di dove siamo e di dove stiamo andando, come settore, come comunità nazionale e come comunità europea.
Ci tengo ad usare questa parola in apparenza un po’ desueta – comunità – perché credo che una delle lezioni di questa giornata sia proprio qui: in Europa, nella congiuntura attuale, non ci saranno vincenti o perdenti; perderemo o – sono convinta – vinceremo tutti insieme proprio perché più che mai siamo una comunità di fronte a ciò che sta accadendo. Noi Paesi dell’Unione e noi grandi settori produttivi di una delle grandi aree economiche del pianeta, siamo indissolubilmente legati gli uni agli altri e non possiamo mai dimenticarci di questa evidenza.
Usciremo dalle incertezze di questi anni difficili solo tutti insieme – non con il gioco dell’ognun per sé – e dopo la giornata di oggi sono confortata che i nostri policymaker e i nostri responsabili al più alto livello ne sono perfettamente consapevoli.
Anche per questo voglio estendere il mio ringraziamento, caloroso, non formale, a tutti i panelist della giornata di oggi, tutti di così alto livello e così aperti al confronto. Un grazie, dunque, ai rappresentanti delle grandi istituzioni pubbliche e private rappresentate qui oggi, agli esponenti del mondo dell’industria e del settore assicurativo: a partire dal neopresidente di Febaf, Fabio Cerchiai, e dal presidente di Generali Andrea Sironi.
Siete andati al cuore delle questioni di grande attualità: come il settore finanziario può mettersi al servizio delle imprese, delle famiglie, dell’economia nel suo complesso per rimettere il Paese sul sentiero di una ripresa duratura e robusta.
Come ci ha spiegato il commissario Gentiloni, una delle chiavi perché ciò avvenga sarà la messa a punto, concordata, di un nuovo quadro di regole europee di finanza pubblica che trovi un equilibrio fra esigenze diverse. Dobbiamo assicurare la sostenibilità finanziaria di lungo termine dei nostri Paesi, vogliamo renderli robusti agli choc che continuano a segnare questi anni, vogliamo chiarezza dei percorsi di risanamento che aiuti a stabilizzare il mercato del debito. Su questo non può esserci dubbio. Allo stesso tempo c’è l’esigenza di poter gestire al meglio le grandi sfide di questi anni: la doppia transizione ambientale e tecnologica, un upgrade costante dei sistemi d’istruzione, l’obbligo di costruire una deterrenza militare credibile in Europa, l’evoluzione demografica. E’ solo grazie agli investimenti pubblici e privati – anche con forme di partenariato – che l’Europa sarà solida e crescerà.
Del resto è quando l’Europa non c’è, o esita, che se ne comprende di più l’importanza proprio perché avvertiamo quanto ci manchi. Questo – non possiamo negarcelo – in parte sta accadendo oggi. L’esame di questa crisi non è ancora superato.
Due anni fa, a otto mesi dall’inizio della pandemia, non solo l’Unione europea aveva già concordato uno dei piani più innovativi della sua storia – Next Generation EU – ma era già passata all’azione: la Commissione europea stava già lavorando per emissioni di bond comuni europei, i governi stavano progettando piani d’investimento come non se ne vedevano da decenni.
A quasi otto mesi dall’inizio di una drammatica guerra in Europa, invece, non possiamo ancora dire che l’Unione abbia saputo reagire con la stessa decisione. La crisi energetica inizia ad avere delle risposte, ma vedremo solo con il vertice europeo del 21 ottobre se le proposte più audaci ed efficaci – come un price cap sul gas o un nuovo fondo Sure da 100 miliardi – raccoglieranno sufficiente consenso.
Il panel sul green deal e la transizione digitale ci ha confermato quanto grandi siano le opportunità, se l’Italia e l’Europa riescono a convogliare risorse pubbliche e private al servizio degli obiettivi attuali. Vi ringrazio di aver voluto entrare così a fondo sui temi più veri. Mentre parlavate, non ho potuto fare a meno di riflettere che le famiglie in Italia ad oggi detengono quasi 1.200 miliardi di euro fermi nei loro depositi bancari – un aumento di 130 miliardi rispetto a prima della pandemia. Quanto alle imprese, detengono quasi 450 miliardi liquidi in depositi bancari, anche qui con un aumento di 130 miliardi rispetto a due anni e mezzo fa.
Con l’inflazione attuale, l’erosione del potere d’acquisto di questa massa impressionante di risorse è importante. Dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per dare a famiglie e imprese la possibilità e la fiducia per destinare parte dei loro risparmi a investimenti di medio-lungo termine, al servizio del Paese.
E proprio il secondo panel ci ha rafforzato nella certezza che la nostra industria può fare molto per aiutare a far sì che questa grande forza del nostro Paese – la capacità di risparmio – si esprima al meglio, nell’interesse di tutti.
Starà a noi trovare le formule più adatte – forse in parte muovendoci anche fuori dai mercati quotati, su orizzonti temporali più lunghi, con forme di partenariato con i governi. Sono certa che saremo all’altezza delle sfide.
A maggior ragione grazie a tutti voi per i vostri contributi, grazie a tutti voi che avete arricchito questa giornata con la vostra partecipazione e grazie ai bravissimi giornalisti di Bloomberg, che ci hanno aiutato a condurre la riunione, agli interpreti, allo staff di ANIA che ha organizzato l’incontro.
Un saluto a tutti e un appuntamento all’Insurance Summit del 2023!