Splende il sole su De’ Longhi (nella foto, l’a. d. Massimo Garavaglia). Nel 2021 i ricavi sono cresciuti del 37%, raggiungendo € 3.221,6 milioni. A detta performance ha contribuito un quarto trimestre che è risultato, dal punto di vista dei trend sottostanti, in linea con il resto dell’anno, chiudendo in crescita del 22,1%. A perimetro omogeneo la crescita si è attestata ad un tasso double digit sia nell’anno che nel trimestre, con ricavi di € 2.922,1 milioni (+24,3%) nei 12 mesi e di € 978,3 milioni (+11,4%) nel trimestre. Le acquisite Capital Brands ed Eversys hanno contribuito alla crescita apportando ricavi di € 299,5 milioni nell’anno e € 93,8 milioni nel trimestre, in linea con le aspettative del management. Infine, la componente valutaria (comprensiva della gestione delle coperture) ha sottratto nell’anno circa 1,4 punti percentuali di crescita ai ricavi (con un effetto cambi e coperture negativo di circa € 31 milioni), ma con un impatto limitato sull’Ebitda adjusted (effetto negativo per € 2,3 milioni). Nei dodici mesi, tutte le macro-aree geografiche hanno evidenziato una crescita a doppia cifra. Per quanto concerne i segmenti, a perimetro omogeneo, il 2021 ha visto una crescita sostenuta, double digit, sia del caffè che della food preparation, trainati dalle principali famiglie di prodotto: dalle macchine per il caffè espresso superautomatiche alle macchine manuali, dalle kitchen machine di Kenwood ai frullatori di Braun. Nel complesso i due citati segmenti hanno pesato per l’82% dei ricavi a perimetro omogeneo. Il comparto del caffè, in particolare, ha confermato ancora una volta la forza del trend strutturale sottostante, forte anche dei lanci di nuovi prodotti e del successo della campagna globale di comunicazione, lanciata ai primi di settembre, che vede Brad Pitt come ambassador del brand De’ Longhi. Anche il comparto della food preparation ha confermato una buona tenuta, soprattutto delle categorie più rappresentative delle kitchen machines e degli handblender, mentre alcune categorie minori hanno mostrato nell’ultimo trimestre segnali di flessione. Meno in evidenza sono risultati i segmenti del comfort (condizionamento e riscaldamento portatili), cresciuto mid-single-digit nell’anno, e dell’home care (pulizia e stiro), stabile nell’anno, entrambi in flessione nel quarto trimestre. E inoltre: il margine industriale netto, pari a € 1.600,2 milioni, è migliorato dal 49,2% al 49,7% dei ricavi, nonostante la pressione inflattiva su alcune importanti voci di costo il cui impatto è stato compensato dalle azioni di efficientamento produttivo e dal contributo positivo della componente prezzo-mix (pari a € 121,4 milioni a perimetro omogeneo; l’Ebitda adjusted si è attestato a € 515 milioni (+40,5%), pari al 16% dei ricavi (rispetto al 15,6% del 2020), risultato ancora più eloquente considerando l’aumento degli investimenti in comunicazione e marketing che, per il perimetro omogeneo, sono passati da € 292,8 a € 395,1 milioni (dal 12,5% dei ricavi al 13,5%); l’Ebitda è stato pari a € 480,6 milioni (+40,1%), ovvero il 14,9% dei ricavi (14,6% nel precedente esercizio); il risultato operativo (Ebit) è risultato pari a € 386,9 milioni, in crescita del 47,7%; infine, l’utile netto è stato pari a € 311,1 milioni, pari al 9,7% dei ricavi e in crescita del 55,4%.