“L’Italia continuerà ad opporsi ad una no fly zone” in Ucraina “perché significa scatenare la Terza guerra mondiale. Da noi non verrà mai un incremento dell’escalation”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ribadisce la posizione del Paese durante la trasmissione ‘Mezz’ora in più’, mentre gli ucraini continuano a chiedere di istituire una no-fly zone sul paese per impedire alle truppe russe i bombardamenti aerei.
Fino ad ora sia Stati Uniti che Gran Bretagna hanno respinto la richiesta, considerandola un’azione che alzerebbe troppo il livello dello scontro diretto visto che implicherebbe l’abbattimento degli aerei militari russi. Per Di Maio non si deve “mai abbandonare la strada della diplomazia, ci sono troppe variabili impazzite che possono scatenare una guerra”, continua il ministro che in tv ha ricordato il report americano, Brent Renaud, ucciso in Ucraina. “È atroce, per questo bisogna continuare a lavorare sulla tregua, non possiamo abbandonare la diplomazia. L’Italia continuerà a dire a Putin di dimostrare che non vuole continuare questa guerra perché noi abbiamo fatto tutti i passi possibili per aprire alla possibilità di dialogo e di una soluzione diplomatica”.
Diplomazia e sanzioni per indebolire l’economia russa. A riguardo “Ue e l’Italia hanno la stessa linea e inoltre abbiamo chiesto agli italiani di lasciare la Russia. Continuiamo sulla linea di sconsigliare agli italiani di rimanere” in Russia, precisa il ministro degli Esteri. I negoziati tra russi e ucraini riprenderanno il 14 e 15 marzo e “per agevolarli al tavolo servono attori terzi – osserva – Il fatto che Mosca e Kiev siano disponibili a vedersi a Gerusalemme e possano parlare di tregua significa continuare a tenere aperta la porta della diplomazia. I segnali ci sono, ma i tempi sono lunghi – spiega Di Maio – Dobbiamo fare tutto quello che va fatto nel rispetto dei trattati ma dobbiamo anche dare seguito alla risoluzione del Parlamento europeo che ha votato quasi all’unanimità di riconoscere lo status di candidato dell’Ucraina. Noi diciamo riconosciamogli lo status di candidato e poi apriamo un processo che richiede i suoi tempi. Abbiamo bisogno di una difesa europea, il che vuol dire fare più investimenti”. Una difesa “non alternativa ma complementare” alla Nato, osserva il ministro.
Questione gas russo. “In due mesi riusciremo a dimezzare la dipendenza dal gas russo e in inverno riusciremo a fare ancora meglio. Non staremo più sotto eventuali ricatti, con le visite in Algeria, Qatar, Angola e Congo abbiamo la possibilità di aumentare le quantità di gas e gas naturale liquefatto. L’Ue deve mettere un tetto massimo al prezzo del gas”, spiega in collegamento da Luanda, seconda tappa del suo viaggio dopo la visita di ieri in Congo con l’ad di Eni Descalzi.
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