(di Mauro della Porta Raffo) Si può dire che Barack Obama è stato un Presidente mediocre e che compiuti i due mandati ha lasciato il Partito Democratico in condizioni pietose visto che nel 2016 – nel pieno di una crisi economica che non ha saputo contrastare – i Repubblicani conquistarono White House, la maggioranza nei due rami del Congresso e un numero sterminato di Governatorati?
Si può affermare senza venire per questo accusati di essere razzisti?
Ricordo al riguardo un aforisma di Dino Risi: “Il razzismo finirà quando si potrà dire che un nero è un cretino se in effetti lo è!”
Il giorno del suo primo insediamento Barack Obama, nel discorso inaugurale, ha testualmente detto:
“Sono il quarantaquattresimo Americano che giura come Presidente”. Ignorante come una capra, il desso. Era in effetti il quarantaquattresimo Presidente ma non il “quarantaquattresimo Americano” visto che Grover Cleveland, eletto due volte non consecutivamente (nel 1884 e nel 1892) è conteggiato sia come ventiduesimo che come ventiquattresimo nell’elenco ufficiale dei Capi di Stato USA ma è ovviamente una persona sola.
Lo scrissi il giorno dopo sul Foglio.
Non solo il signorino non conosceva la Storia del suo Paese ma si era anche scelto dei poveri ignoranti come collaboratori, lo speechwriter in prima linea. Dovette poi ripetere il giuramento il giorno successivo in privato perché aveva sbagliato una delle formule di rito. Visto inoltre il disastro politico causato al proprio partito – i dati non mentono, la narrazione sì – grande è il dispiacere nel constatare che sia nero perché questo dà modo ai razzisti di ringalluzzirsi mentre si tratta soltanto di un vero incapace imposto dai Democratici a suon di falsità. Prima fra tutte, quella che lo spaccia quale ‘Afroamericano’. Caratteristica prima degli Afroamericani è difatti essere discendenti dagli schiavi e tale assolutamente non è.
Evviva!