In rialzo petrolio e gas
La settimana si apre in negativo per Piazza Affari. Dove le borse risentono dei timori per l’inflazione e dei dati macroeconomici della Cina, compreso quello sul pil, inferiori a quanto previsto. Dopo i primi scambi l’indice Dax di Francoforte segna -0,43% a 15.520 punti, a Parigi il Cac 40 cede lo 0,5% a 6.693 punti. Invece a Londra il Ftse 100 perde lo 0,2 % a 7.219 punti.
Mentre il petrolio continua l’ascesa, con il wti a 83,60 dollari (+1,6%) e il brent a 85,75 (+1%) anche il gas ha ripreso a salire, dopo che è emerso che la Russia manterrà limitate le forniture all’Europa a novembre, con il TTF, l’indicatore benchmark per il gas europeo, che avanza del 17,7% a 103,2 euro.
Gli analisti hanno paura che la corsa dei prezzi possa essere meno passeggera di quanto le banche centrali cercano di far credere e sul mercato monetario si scommette per un anticipo del rialzo dei tassi.
A Piazza Affari peggiorano Banca Mediolanum (-6%), Unipol (-4,1%), Intesa (-3%) e Generali (-2,1%), penalizzate dallo stacco della cedola. Inasprita anche Mps (-1,7%), dove si prevede una ricapitalizzazione superiore ai 5 miliardi, funzionale all’unione con Unicredit (-0,7%) e mentre in Borsa crollano i bond subordinati di Siena. In controtendenza vanno Banco Bpm (+1,8%) e Bper (+1,3%), e i titoli del risparmio gestito, a partire da Banca Generali (+1,9%). Dati negativi anche per Campari (-1,6%), Hera (-1,5%) e Atlantia (-1,4%). In Europa tengono solo gli energetici (+0,6%), spinti dai rialzi dei prezzi, e le banche (+0,2%), le quali auspicano al rialzo dei tassi.