La pandemia ha modificato i meccanismi di produzione del fast fashion, ricalibrando i suoi motori produttivi per limitare le scorte in magazzino e avvicinare gli impianti al mercato. Inditex, colosso del fast fashion guidato da Pablo Isla, che controlla brand come Zara, Massimo Dutti e Bershka, ha ridotto del 17% la propria produzione rispetto al 2019. Questa scelta sembra accelerare il trend degli ultimi anni, che già segnava un rallentamento nella crescita dei capi che Inditex ogni anno immette sul mercato.
Il motivo sarebbe legato al nuovo focus posto sul concetto di produzione in prossimità, che ha rappresentato il 49,42% del totale fornitori nel 2020. Nel 2018 rappresentava il 45,89% del numero di fornitori e nel 2019 il 47,04 per cento.
Il colosso iberico ha anche ridotto il numero di fornitori in Cina per la prima volta negli ultimi cinque anni, organizzando la propria offerta globale in dodici cluster (Spagna, Portogallo, Marocco, Turchia, India, Bangladesh, Pakistan, Vietnam, Cina, Cambogia, Argentina e Brasile), che rappresentano il 97% della produzione totale.