«A un certo punto della mia vita volevo fare il pizzaiolo con delivery». Massimo Bucolo, di professione commerciale in medical device, spiega così a ItaliaOggi la sua nuova avventura nel mondo food con Mr Go Pizza, il distributore automatico di cui ha l’esclusiva per l’Italia e che a Roma (in via Catania 2, zona Piazza Bologna) impasta farina e acqua e dopo 3 minuti fa uscire una pizza calda nel vassoio di carta al prezzo che varia dai 4,50 ai 6 euro a seconda dei condimenti.
Per la vending cittadina della Margherita (che prepara anche la Diavola, la 4 formaggi e la Pancetta) si è mosso perfino il New York Times che mercoledì ha filmato il processo e nel video postato sui social ha chiesto ai suoi lettori se ne avessero comprata una simile. Bucolo, tra una sala operatoria per i sistemi della chirurgia vertebrale e la manutenzione del distributore automatico, guarda avanti. «Mi ha contattato anche la tv cilena e c’è chi ha scritto pure cose bruttissime senza nemmeno interpellarmi, tipo che il prodotto era una schifezza, che accendevo la vending solo per aver pubblicità o che avrei chiuso dopo 4 settimane».
Intanto, a 25 anni dal suo ingresso nel medical e a 12 dalla creazione di una sua società nel settore, l’imprenditore va quotidianamente a caricare Mr Go con i suoi ingredienti «di prima qualità», dice. Il pomodoro è dell’Azienda agricola San Mauro di Piacenza, la miscela per la panificazione del Granaio delle Idee di Maserà di Padova (Pd) e le farciture di PaninoLand/Pavoncelli.
«Da tempo», continua, «volevo sviluppare un progetto nel food ed ero pronto ad aprire, con codice ateco da pizzeria con consegna: ho fatto pure il corso di 40 ore da un pizzaiolo amico in un centro ippico. Poi è arrivato il lockdown». Su Internet l’occhio imprenditoriale è caduto sulle macchine per il settore: «Ho cominciato a seguire cosa faceva Domino’s e la sua catena di montaggio automatizzata come nei fast food e sono arrivato a Let’s Pizza che produce la macchina di Mr Go, Nasce italiana e la società ha ricomprato il brevetto finito per un po’ negli Emirati: ha venduto una decina di esemplari all’estero e due in Italia, nelle Marche e in Calabria. Poi io ho creato Mr Go, l’idea di una vending cittadina di pizza (ma vende anche bibite e snack, ndr), ho pensato a un marchio e al logo e ora ho l’esclusiva per l’Italia».
Per evitare che l’idea resti solo un’attrazione turistica, Bucolo sta studiando il business model e fioccano proposte da tutto il mondo. «Mr Go rimane una vera alternativa per chi vuole una pizza soprattutto fuori orario e nelle fasce notturne», dice, «pensiamo a chi lavora nelle città deserte e cerca uno spuntino caldo. Accolgo anche le critiche: non è come quella del forno a legna, piuttosto una pizza-piadina non troppo lievitata per questioni igieniche, ma è un prodotto fresco fatto al momento in 3 minuti con un panetto da 160 grammi di impasto lavorato dall’acqua e farina».
In poco meno di due mesi sono uscite dal distributore di Mr Go oltre duemila pizze. «Mi ero dato l’obiettivo delle 35 al giorno e ci sono arrivato», racconta. Il costo per la Margherita express è di 4.50 euro e quello della macchina è di 50 mila euro. «L’impatto mediatico serve», aggiunge, «ma stiamo lavorando come in una start up», Vale il plurale perché dal lancio sono arrivati amici e professionisti pronti a investire. «Tante aziende mi stanno contattando per entrare nel processo con i loro prodotti. Ma dobbiamo rispettare il business plan». Che, nemmeno a dirlo prevede di portare Mr Go all’estero.
Francesca Sottilaro, ItaliaOggi