Dal Giappone e dalla Cina arrivano interessanti notizie sull’economia dei due paesi. Per quanto riguarda il Giappone, la produzione industriale procede su buoni ritmi. Ad aprile si è segnata una crescita mensile del 2,5% contro l’1,7% della passata rilevazione. Su base annua è salita del 15,4% contro il precedente +3,4%, poco meno rispetto a quanto atteso dagli analisti che pensavano ad un rialzo del 16,9% su base annua e un +3,9% su base mensile.
Le vendite al dettaglio, invece, segnano una flessione mensile ad aprile del 4,5% contro il precedente +1,2%, facendo peggio del consensus Bloomberg pari a -1,7%. Su base annua il dato ha registrato una crescita del 12% su base annua, in miglioramento rispetto al +5,2% della passata lettura.
E’ in calo anche la fiducia dei consumatori che a maggio in Giappone mostra un lieve rallentamento. Il dato si è attestato a 34,1 contro i 34,7 della passata lettura. Il consensus Bloomberg indicava un dato pari a 33.
Per quanto riguarda la Cina, invece, il Pmi non manifatturiero è in lieve salita a maggio, attestandosi a 55,2 da 54,9 della precedente lettura, facendo meglio, seppur di pochissimo, rispetto a quanto stimato dagli analisti che parlavano di 55,1 punti. Il Pmi manifatturiero si è invece attestato a 51 contro i 51,1 della passata lettura e del consensus Bloomberg. Secondo Iris Pang, capo economista Greater China di ING i principali rischi per questo quadro positivo sono “la carenza di chip, i prezzi elevati delle materie prime, l’emergere di Covid nel Guangdong e l’incertezza sulla direzione dello yuan”.