Occupati in diminuzione nei due ‘trimestri Covid’, il secondo e il terzo 2020, ma in flessione già in quelli pre-Covid, cioè il quarto 2019 e il primo dello scorso anno. In Campania, il numero degli occupati è diminuito nel secondo trimestre 2020 del 5,3%, ossia meno 88mila 700, e seppur in misura minore, -1,8%, anche nel terzo trimestre. Se da un lato il secondo trimestre si è rivelato quello più difficile perché include il mese di aprile in pieno lockdown, dall’altro, nel terzo trimestre, la ripresa/riapertura delle attività potrebbe avere contribuito ad attenuare la riduzione degli occupati. È la fotografia che stima l’impatto del Covid sul mercato del lavoro in Campania fornita dal rapporto della Camera di Commercio di Salerno ‘Mercato del lavoro in Campania: le passate dinamiche, i presenti effetti della crisi, le future traiettorie di sviluppo’, realizzato da un gruppo di ricerca del centro studi ‘Guglielmo Tagliacarne’,
con la collaborazione di Confindustria Salerno. “Merita sottolineare – si legge nel rapporto – che già prima della crisi da Covid-19 l’occupazione si trovava in un percorso di decrescita (-1,3% nel quarto trimestre 2019; -1,0% nel primo trimestre 2020)”. Nei primi due trimestri del 2020, cala il numero dei disoccupati, ma c’è un incremento degli inattivi che cercano lavoro, ma non sono disponibili a lavorare. La forte riduzione degli occupati subita dalla Campania, in particolare nel secondo trimestre 2020, è stata in linea con il Mezzogiorno (in entrambi i casi -5,3%) ma più accentuata rispetto alla media nazionale (-3,6%). Invece, nel terzo trimestre, l’occupazione si è ridotta meno proprio in Campania (-1,8%) rispetto al Mezzogiorno (-2,2%) e alla media nazionale (-2,6%). Quella di Salerno è l’unica provincia ad avere segnato una crescita degli occupati nei primi nove mesi del 2020 (+2,9%; +9.600 in valori assoluti), trainata dal settore industriale dove l’aumento sfiora il 20%. Inoltre, sempre a Salerno, l’aumento degli occupati ha riguardato sia i dipendenti (+3,1%; +7.800) che gli indipendenti (+2,1%; +1.800). In tutte le altre province, il numero degli occupati nel complesso dell’economia è diminuito, soprattutto nella provincia di Benevento (-6mila100) e in quella di Caserta (-19mila). Negli ultimi cinque anni il tasso di occupazione in Campania ha risalito la china recuperando in media circa un terzo del terreno perso dopo la forte caduta nel periodo di recessione nazionale 2008-09 e 2012-13″, osserva Marco Pini, economista del centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Dal dossier, inoltre, emerge come l’occupazione femminile sia colpita di più dalla crisi rispetto a quella maschile, nonostante anche prima mostrasse maggiori difficoltà. Quanto alla cassa integrazione, questa è aumentata di 167 milioni di ore nel 2020 rispetto al 2019 e Salerno è la seconda provincia, dopo Napoli, per crescita assoluta delle ore di Cig. Tra i gap da colmare in Campania evidenziati nel rapporto c’è il tasso di occupazione che è inferiore di 17 punti percentuali rispetto alla media nazionale. E, come sottolineato dal presidente della Camera di Commercio di Salerno Andrea Prete, “mancano 640mila occupati per avere un tasso di occupazione uguale a quello medio nazionale”. Volgendo lo sguardo al futuro, sembra che i divari “che separano la Campania, ma in realtà l’intero Mezzogiorno, dal resto dell’Italia siano destinati ad ampliarsi”. Sulla base delle previsioni della Svimez, “se è vero che la Campania ha subito sì una forte recessione nel 2020 ma leggermente meno marcata della media italiana, è altrettanto vero che la ripresa sarà meno forte: nel 2021 il Pil della Campania è previsto in aumento del 2,5% contro il 4,6% dell’Italia (Centro-Nord: +5,4%)”, spiegano gli analisti.