(Di Raffaele Ricciardi)
Il costo della vita varia sensibilmente all’interno del Vecchio continente. Fatta 100 la media Ue, l’Italia si colloca poco sopra a quota 102, come la Germania. Nel Belpaese costano cibo e bevande, risparmi su tabacco e alcolici. La pagella di tutti i Paesi.
Avete bisogno di fare scorte di cibo o comprare un televisore? Cercate un biglietto per la Polonia. Interessati a una bottiglia di alcolico, a un pacchetto di sigarette o anche a godervi una cena? La vostra destinazione ideale è la Bulgaria. Lo shopping di abiti è sconsigliato in Svezia, dove sono molto cari, ma consigliatissimo in Ungheria, dove costano il 70% circa della media europea. Se siete dei consumatori tecnologici, invece, state lontani da Malta.
La mappa dei prezzi per tipologia di beni mostra che l’Unione europea è fatta, nonostante ogni giorno ci siano spunti di cronaca che ne mettono in crisi l’identità, ma quella del costo della vita è ancora parecchio frammentata. Esistono ancora fortissime differenze fra i prezzi al consumo nei diversi paesi dell’Unione europea, come testimonia l’Eurostat in riferimento ai prezzi dell’anno scorso: i livelli di costo arrivano a tre volte tanto tra un Paese e l’altro del Vecchio continente. Fatta 100 la media dell’Unione, i prezzi più alti si registrano in Danimarca, che supera del 38% la media Ue, e i più bassi in Bulgaria, dove sono pari al 48% della media Ue. Lo studio tiene in considerazione gli indici di livello di prezzo, che forniscono una comparazione rispetto alla media avendo presente anche il potere d’acquisto dato dal cambio reale.
E l’Italia? Si colloca all’undicesimo posto, con prezzi appena superiori alla media (l’indice del Belpaese è 102, lo stesso della Germania e meno della Francia a 108, ma anche più della Spagna a 93). Anche nel nostro caso, ci sono forti variazioni: cibo e bevande non alcoliche sono tra le più care (indice a 112). A seguire, le categorie più care per i consumatori italiani sono ristoranti e alberghi (109) e abbigliamento (104). Scendiamo invece sotto la media per i mezzi di trasporto (99), poi l’elettronica (98) e infine alcolici e tabacco (95).