(di Tiziano Rapanà) C’è un bel film sul web. Dovreste vederlo. Unica nota stonata, il titolo: Il cinema non si ferma. Troppa retorica. Avrei preferito un più suggestivo Cronache dal coronavirus o il simpatico Gli italiani e il virus. Perdonate la presunzione, non sta a me suggerire i titoli. Il film va visto. Resterà alla storia, per tema e modalità. Il film racconta gli italiani alle prese con la pandemia. È stato girato in aprile, durante il confinamento. Gli attori si sono arrangiati lavorando in casa, aiutati dai familiari. Nessuna troupe ha costruito la macchina cinema. Nessun operatore professionista ha ripreso le storie del film, ma mogli, figli, familiari, con l’ausilio del regista Marco Serafini che ha imposto direttive da lontano grazie all’apporto della moderna tecnologia. Il cast è importante. Ne cito alcuni: Maria Grazia Cucinotta, Kaspar Capparoni e la moglie Veronica Maccarrone, Remo Girone, Paola Lavini, Ignazio Oliva, Margot Sikabonyi, Jane Alexander, Augusto Zucchi, Damiano Schiozzi, Gianmarco Amicarelli, Nicolas Vaporidis e Lavinia Longhi. C’è pure Tinto Brass in un divertente cameo. È un film a episodi che racconta, con leggerezza e talvolta con durezza, l’ingresso del coronavirus nell’ordinaria amministrazione degli italiani. Si ride dei modelli di autocertificazione, della convivenza forzata delle coppie separate, delle truffe online e degli amori adolescenziali non proprio belli come i film d’amore che passano in tv. Il film lo trovate qui. Tutti hanno lavorato gratuitamente: nessuno ha preso una lira. Sorvolate su certe imperfezioni tecniche, il progetto merita benevolenza. Il commento musicale è figlio della generosità dell’ACMF (Associazione compositori musica per film). Gli associati hanno donato alcuni brani del loro repertorio. Ne Il cinema non si ferma, ascolterete musiche di Fabrizio Fornaci (nella foto), Jacopo Fiastri, Stefano Caprioli, Pasquale Catalano, Pivio e Aldo De Scalzi e tanti altri. Alessandro Molinari ha curato il coordinamento musicale. Mi raccomando, date un’occhiata al lavoro dei prodi artisti. Non è il solito prodotto audiovisivo: sa raccontare bene questi tempi disgraziati.