Gli immigrati ci rubano il lavoro? La Fondazione Leone Moressa ha realizzato uno studio in collaborazione con Money Gram per analizzare il fenomeno, partendo dai dati dell’Istat, che dicono che nel 2018 i lavoratori stranieri sono stati 2,5 milioni, pari al 10,6% degli occupati. Una cifra che si avvicina a quella dei disoccupati italiano (2,4 milioni). Ma «gli occupati italiani e quelli stranieri hanno caratteristiche molto diverse tra loro, fanno lavori complementari», spiega lo studio. «Il calo degli occupati italiani — è la conclusione — non è dovuto alla presenza straniera. Sono stati proprio gli stranieri a risentire maggiormente della crisi economica, visto il massiccio impiego in settori particolarmente esposti come l’edilizia». La ricerca mette in evidenza anche che gli arrivi sono in calo rispetto a dieci anni fa. «Si sono ridotti drasticamente i permessi per lavoro, da 360 mila del 2010 a meno di 14 mila del 2018 (-96%). Negli ultimi anni sono cresciuti gli “altri motivi”, principalmente motivi umanitari, senza comunque mai superare di molto quota 100 mila».
La fotografia
Rispetto agli italiani, gli stranieri hanno titoli di studio meno elevati. Negli ultimi nove anni quelli con almeno il titolo secondario superiore si è molto ridotta e non è aumentata la quota di chi ha una laurea. Condizione che si traduce nelle tipologia di lavoro svolte. Il 33,3% degli stranieri è impiegato in professioni non qualificate, il 29,7% invece in lavori qualificati e tecnici. «Le principali mansioni sono nel lavoro domestico — osserva lo studio — personale non qualificato addetto ai servizi domestici e professioni qualificate nei servizi alla persona».
La crescita
Il tasso di occupazione degli stranieri è stato pari al 61,2% nel 2018 e hanno prodotto il 9% del Pil. «In termini assoluti — conclude lo studio — la maggior parte del Pil dell’immigrazione è prodotto nel settore dei servizi dove si registra la maggior parte di occupati stranieri (45,1%). Incide maggiormente nel settore degli alberghi e ristoranti (18,6%), nell’agricoltura (17,8%) e nelle costruzioni (17,6%)».
Il premio
Per valorizzare il sostegno dell’imprenditoria immigrata all’economia locale è stato creato nel 2009 in Italia il MoneyGram Award, che negli anni si è allargato a Belgio, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna. Giovedì 7 novembre a Bruxelles sono stati proclamati i vincitori europei: il belga di origine italiana Giuliano Dore nella sezione Innovazione per la sua piattaforma Get Groomed che mette in contatto i clienti con barbieri professionisti nel Regno Unito; Obada Otabashi nella categoria crescita per la creazione di We Exist in Belgio, un centro siriano di scambio culinario e culturale; lo scozzese Lawrece Richards, che in Germania ha creato una società di produzione cinematografica, per la categoria responsabilità sociale . I vincitori del premio italiano 2019 sono: George Sirbu, classe ’96, di origini romene, dal luglio presidente dei Giovani Imprenditori in Confapi di Firenze; il cineasta italiano di origine pakistana, Wajahat Abbas Kazmi e la rumena Andreea Arnautu, 37 anni, fondatrice di una onlus che si occupa di programmi di integrazione per le comunità straniere in Italia.
Francesca Basso, Corriere.it