(di Tiziano Rapanà) Ultimamente Lecce è sempre più una città per turisti. Da forestiero mi trovo spaesato, la passeggio con disagio. Le cose negli anni sono cambiate, Forse soltanto il sano e ruspante tifo per il Lecce resta immutato, nel suo fulgore e folclore. Vi scrivo in questo momento che il match Lecce-Juve è già in corso. L’aria di attesa stamattina in città era palpabile, emozione e delusione erano i sentimenti dominanti. Emozione, la squadra sfida la Signora: vi pare poco? Delusione, manca Cr7: Sarri ha preferito tenerlo fuori dal match. Ufficialmente, per non affaticarsi. A parer mio, Sarri ritiene di poter vince anche facendo a meno di Ronaldo. Il Lecce non è una grande squadra, tecnicamente è un gradino sopra la Spal ma siamo sempre nell’ambito della modestia. Il mister Liverani fa quello che può, ma i suoi ragazzi – per quanto bravi e tenaci – non possono fare miracoli. In giro, nei bar, negozietti, l’opinione diffusa è la speranza del pareggio. Almeno quello. Alla vittoria non ci credono minimamente. E anche volendo certi sogni sono quasi irraggiungibili, quando guerreggi contro la Juventus. Comunque è giusto rifiutare l’ipotesi della sconfitta anche se l’ombra della rassegnazione si palesa nei vari discorsetti che faccio con i vari avventori. Al bar, un tizio mi ha detto qualcosa di alquanto singolare: avrebbe accettato la sconfitta solo se fosse stato Ronaldo a segnare. Una prodezza di Cr7 sembra valere tutto: anche una disfatta. Dal boia di Roma al campionissimo di Torino, il passo sembra breve. Questo leccese – e non è l’unico – innamorato di Ronaldo pronto a tutto pur di vederlo mi ricorda Rugantino. Condannato a morte, Rugantino chiese all’amico Mastro Titta, che fosse lui ad eseguire la pena: “Me devi ammazzà te, Mastro Titta: perché, se mi ammazzi te, vinci il premio pontificio perché tagli la centesima capoccia”. Il boia di Roma non era contento della cosa, chissà Ronaldo come avrebbe preso l’estremo atto di stima. Non oso immaginare i non abbonati che hanno comprato il biglietto solo per vedere Cr7. Avrei voluto essere lì, allo stadio, a vedere l’insoddisfazione stampata nei loro occhi. Almeno il pareggio, anche per loro. Per non andare a casa a mani vuote e godersi il piacere di non averla data vinta alla Signora e aver potuto dire a sé stessi e al mondo, di avere resistito e non aver perso.