(di Tiziano Rapanà) Il declino della civiltà occidentale penso di averlo capito stamattina. Passeggiavo per le strade di paese. C’era la nebbia che lasciava intuire la presenza di un caldo, ancora feroce. Dopo aver espletato le azioni della felice routine quotidiana, sulla strada del ritorno ho notato le vetrine di alcuni negozietti, macellerie, tabaccherie. In quasi tutte vi si trovava il mitico cartello “per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”. Chissà quante volte lo abbiate visto anche voi nei negozi e bar delle vostre città. Quel cartello, quel foglietto stampato dal pc, rappresenta il segnale inequivocabile del declino della nostra civiltà. Perché rappresenta una prova della fine della lealtà tra cittadini. Un tempo, l’individuo sentiva l’obbligo di saldare il proprio debito dal salumaio, edicolante, barman di fiducia. Oggi, in questa società a misura di birbone, non è più così. E il povero commerciante è costretto a non far più credito a nessuno. Mi piace pensare che dopotutto la quota di felloni sia esigua. Anche se, col malaffare diffuso, il pessimismo impera. E il cinismo domina l’umore. E così non mi stupisco della mancanza di slealtà, che ha il cliente nei confronti del salumaio o l’eletto nei confronti del suo elettore. Eccesso di pessimismo? Forse. Devo anch’io nutrire una speranza per il genere umano. In fondo, anche l’arcipessimista Leopardi cedette all’ottimismo e scrisse La ginestra. Ma io non sono un poeta, ma un semplice cittadino che osserva questa crisi dei valori sempre più persistente. Come se ne esce? Non ho la bacchetta magica e non vorrei nemmeno averla. Meglio non pensarci e vivere e distrarsi, magari con della buona musica o un buon film… anche brutto, se si tratta di Bruno Mattei. Oddio, i film di Mattei non erano mica male. Era un onesto artigiano del cinema industriale nostrano, che ha attraversato nel corso di una carriera ultra quarantennale molti generi, dall’horror fino all’erotico. Su Mediaset Play, potete trovare gratuitamente, fino al 21 ottobre, il suo film Terminator 2. Non c’entra assolutamente nulla con la saga di James Cameron, semmai è una sorta di brutto remake di Aliens scontro finale ambientato a Venezia. La trama non ve la spiego, è inutile farlo. Non è un film per tutti, ma per gli amanti del cinema innamorati del so bad it’s so good. Chi cerca le atmosfere raffinati di Antonioni o Scorsese, si astenga dalla visione. Il filmetto è un puro intrattenimento che diverte e risolleva dalle indigeste sozzure del vivere quotidiano.