Libra, la struttura operativa c’è ma la criptovaluta non sarà pronta per il 2020

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Come volevasi dimostrare: Facebook non molla, ma il lancio di Libra potrebbe slittare. A mettere le mani avanti con Financial Times e Bbc è stato Dante Disparte, capo della comunicazione dell’associazione dedicata allo sviluppo del sistema di pagamento e dell’omonima criptovaluta. «Anche se possiamo essere pronti a livello tecnologico, la parte normativa è quella maggiormente incerta. Dobbiamo assicurarci di ottenere le approvazioni necessarie, e questa è la parte che potrebbe non essere pronta in tempo», ha dichiarato.

Secondo quanto annunciato in giugno, in occasione della presentazione del progetto all’epoca sottoscritto da Facebook e da altre 27 aziende, saremmo dovuti essere in grado di effettuare i primi pagamenti con Libra alla fine dell’anno prossimo. Ci si sono poi messi di mezzo i regolatori di Stati Uniti ed Europa e la struttura ha iniziato a perdere pezzi. Tre dei più importanti: Mastercard e Visa, senza le quali Libra rischia di fallire perché garantivano competenze, fiducia e relazioni, come hanno scritto gli analisti Lisa Ellis e Michael Nathanson di MoffettNathanson. E Paypal, che si è sfilata portando a uno il numero della società di pagamento a bordo: l’olandese PayU. Ieri — lunedì 14 ottobre — le 21 società intenzionate a proseguire si sono comunque incontrate a Ginevra e, come previsto, hanno siglato l’atto costitutivo della Libra Association ed eletto i membri del consiglio.

Si va avanti dunque, soprattutto perché il tallone d’Achille di Libra è anche la freccia più appuntita al suo arco: Facebook. Il colosso californiano gioca la partita tramite la sussidiaria Calibra, ha lo stesso potere di voto degli altri ed è rappresentato nel consiglio da David Marcus, vero genitore del progetto ed ex presidente di PayPal. La sua posizione delicata su svariati fronti (basti pensare al botta e risposta con la candidata democratica alla Casa Bianca Elizabeth Warren sulle inserzioni pubblicitarie politiche che fa capire quanto — tanto — Facebook sarà ancora centrale nella campagna elettorale americana) lo rende però un partner scomodo per iniziative che toccano il core business di alcuni marchi. Mastercard, Visa e PayPal hanno infatti fatto un passo indietro. Allo stesso tempo, i 2,1 miliardi di persone che usano Facebook, Instagram e Whatsapp tutti i giorni (2,7 miliardi al mese) sono un bacino d’utenza ghiottissimo, sia per il diretto interessato sempre alla ricerca di entrate alternative alla sola pubblicità online sia per chi decide di affiancarlo. Banalmente: pensate a Spotify o Uber, due dei 21, che potrebbero così rivolgersi anche a chi non ha un conto in banca e una carta di credito (per Booking ed eBay il gioco non vale la candela e sono andati via).

Adesso cosa succede? Disparte dice che ci sono già 1.500 aziende pronte ad aderire. Per raggiungere l’obiettivo prefissato inizialmente di cento entro il 2020 ne basterebbero 79, ma non sono i numeri a fare la differenza. La data da segnarsi sul calendario è il 23 ottobre, quando Mark Zuckerberg risponderà alle perplessità del Congresso Usa. Il fatto che ci metta la faccia conferma quanto voglia investirci. L’Unione europea è altrettanto vigile e, come ha dichiarato il presidente e direttore operativo di Libra (senza diritto di voto) Bertrand Perez, sta fissando i suoi paletti. L’altra data da cerchiare è il 17-18 ottobre: i ministri delle finanze dell’Unione europea chiederanno al G20 una normativa globale sulle stablecoin, le monete virtuali agganciate a valute o beni correnti come Libra.

I membri della Libra Association:

• Anchorage
• Mercy Corps
• Andreessen Horowitz
• PayU
• Bison Trails Co.
• Ribbit Capital
• Breakthrough Initiatives, L.P.
• Spotify AB
• Calibra, Inc.
• Thrive Capital Coinbase, Inc.
• Uber Technologies, Inc.
• Creative Destruction Lab
• Union Square Ventures
• Farfetch UK Limited
• Vodafone
• Iliad
• Women’s World Banking
• Kiva Microfunds
• Xapo Holdings Limited
• Lyft, Inc.

I consiglieri della Libra Association:

• Matthew Davie (Kiva Microfunds)
• Patrick Ellis (PayU)
• Katie Haun (Andreessen Horowitz)
• David Marcus (Calibra, Inc)
• Wences Casares (Xapo Holdings Limited).

Martina Pennisi, Corriere.it