Una multa da 5 mila euro è stata inflitta ad un autista italiano di Uber, milanese, che la notte del 7 febbraio scorso intorno alle due di notte era stato fermato dai gendarmi in autostrada a La Turbie, appena passato il confine, con a bordo sei africani originari di Ghana, Mali e Nigeria, tutti irregolari. Il provvedimento ha visto il servizio Uber sospendere, almeno per il momento, ogni corsa dall’Italia verso la Francia.
Il processo che si è svolto in tribunale a Nizza ha avuto toni particolarmente accesi e quando la difesa dell’autista italiano ha eccepito che non poteva rifiutare la corsa «perchè si tratta di un servizio pubblico» il presidente del tribunale ha replicato in modo fermo: «Non ci prenda per degli idioti». Se da una parte è vero che l’autista non aveva alcun titolo per chiedere ai clienti i documenti, ai magistrati è rimasto il sospetto che si possa essere trattato di un caso, per quanto singolare, di «passeur-taxi». Di qui la decisione del tribunale di multare di 5 mila euro il conducente Uber, aumentando più del doppio la richiesta della procura (che era stata di 2 mila euro). La difesa ha eccepito come il 90% dei clienti di Uber siano stranieri, la multietnicità di Milano come luogo di lavoro, invocando la totale buona fede del conducente. Affermazioni che però non hanno convinto fino in fondo i giudici (la tariffa pattuita per il trasporto in Mercedes era intorno ai 750 euro).