Esistono narrazioni che si fingono autobiografiche ma, sotto la patina della cronaca personale, celano in realtà un’ambizione assai più ardita: quella di raccontare una Weltanschauung, un mondo possibile, dove la traiettoria di un individuo si sovrappone, quasi con trasparente intenzionalità narrativa, al diagramma storico del progresso tecnologico. È il caso di Una vita da Presidente, opera a due voci – ma a un solo respiro – firmata dall’ingegner Nicola Barone e dal giornalista Santo Strati, che sarà presentata mercoledì 16 luglio alle ore 18:00 nel cuore della Repubblica di San Marino, sul Piazzale Domus Plebis, laddove la pietra sacra della Basilica osserva con indulgente secolarità l’umano affannarsi.
La vita come ipotesi di sistema
Il protagonista – e sarebbe riduttivo definirlo semplicemente tale – è l’ingegner Barone, il cui cursus honorum si snoda dal Politecnico di Torino sino al vertice di Tim San Marino, in un viaggio iniziatico che, nella sua linearità tecnica, assume il valore quasi mitologico di un’ascesa da Cerchiara di Calabria al monte Elicona della modernità digitale. Barone non si limita a descrivere le tappe della propria carriera: egli intreccia memorie e sistemi, aneddoti e paradigmi, in un patchwork epistemologico che restituisce al lettore non solo la storia di un uomo, ma la mappa stessa dell’innovazione italica negli ultimi quarant’anni.
La Repubblica di San Marino – piccolo Stato, grande laboratorio – diviene, grazie alle visioni di Barone, un campo di prova per quella che potremmo definire una teologia della connessione: dalle prime sperimentazioni in ultra banda all’ambiziosa cablatura del territorio, egli tratteggia il modello di una smart city che è insieme infrastruttura e metafisica, nodo telematico e idea platonica di cittadinanza partecipata.
L’ingegnere come ermeneuta della modernità
A differenza di certi tecnocrati odierni, per i quali la tecnologia è un fine tautologico e non uno strumento, Barone sa bene che l’innovazione, se non sorretta da un’etica, rischia di essere sterile, se non addirittura disumana. “Sono nato analogico, oggi sono digitale al 100%” – dichiara l’autore, ma non si tratta di una battuta identitaria: è, piuttosto, una fenomenologia dell’adattamento umano alla tecnica, un tentativo di conciliare la carne con il silicio, l’anima con l’algoritmo.
In queste pagine, l’Intelligenza Artificiale non è celebrata con l’ingenuità dei futuristi né demonizzata con l’angoscia dei luddisti. Essa viene analizzata come un possibile altro da sé, una potenzialità che necessita del filtro ermeneutico dell’uomo. Barone, che è stato uomo d’azienda ma anche uomo di pensiero, propone una visione in cui l’etica – quella che nasce, per sua stessa ammissione, dagli insegnamenti di Don Bosco e dalla fede cristiana – è ciò che ancora distingue l’homo sapiens dal suo simulacro computazionale.
Passione e paideia
Il volume non è però solo teoria e testimonianza, ma anche invito pedagogico. È, se vogliamo, una moderna Lettera ai Giovani. Barone, recentemente insignito del titolo di Grand’Ufficiale della Repubblica da Sergio Mattarella, non ostenta il proprio successo, ma lo racconta come frutto di un’ascetica disciplina: studio, impegno, dedizione – ma soprattutto passione, “che accende gli interessi”, e entusiasmo, “che cresce nell’atto stesso del fare”.
È a queste nuove generazioni, spesso disorientate da un presente troppo rapido per essere interpretato, che Una vita da Presidente rivolge il suo messaggio più profondo. Non si tratta solo di insegnare loro come si arriva “in alto”, ma di mostrare che si può rimanere umani anche lì dove l’ossigeno del potere rischia di rarefarsi.
Un evento che è anche rito civile
Alla presentazione, impreziosita dalle note dell’Orchestra Camerata del Titano diretta dal M° Augusto Ciavatta, saranno presenti – quasi in una simbologia delle sfere – il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Luca Beccari, il Vescovo di San Marino S.E. Domenico Beneventi e il giornalista Osvaldo Bevilacqua, a testimonianza che quando si parla di futuro, servono la politica, la spiritualità e la narrazione. Leggete, il libro di Barone: non è solo il ritratto di un uomo, ma il diagramma di un’epoca È un’autobiografia che si fa specchio del proprio tempo, in cui il racconto individuale diventa mappa del progresso tecnologico e testimonianza di un impegno civile. Una narrazione in cui la tecnica non è solipsismo narcisista ma si traduce in un atto di responsabilità e amore verso la comunità. Un’opera scritta con la precisione dell’ingegnere e la profondità di chi riflette sul senso del futuro.