Nel crepuscolo vibrante delle stagioni, dove le luci effimere danzano e i sogni attendono il loro approdo, un evento si è dispiegato, tessendo fili di speranza e di arte. Lo scorso sabato – in quel di Roma al Teatro Ghione – la seconda edizione del Premio Gennaro Cannavacciuolo, come un faro solitario nella notte, ha illuminato il sentiero per nuove costellazioni. Un premio che promette di nutrire il fertile terreno del talento e della cultura e offre un rifugio caldo ai sogni che osano elevarsi. La serata è figlia dell’impegno dell’Associazione Culturale Gennaro Cannavacciuolo, presieduta da Christine Conrad, con il sostegno della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il patrocinio del Nuovo IMAIE e della Direzione Generale Cinema, e dagli sponsor Don Fritto e Balistreri Girolamo.
La Voce del Futuro, l’Eco di un Legato
È qui, in questo spazio sacro, che le voci trovano eco e le anime si svelano. La giuria – composta da Pino Strabioli, Luciano Mattia Cannito, Enzo Decaro, Rossana Casale, Barbara Giordani e Maria Giuseppina Troccoli – ha osservato le creatività, con la delicatezza di chi coglie il soffio del vento tra le foglie, riconoscendo le qualità che, un giorno, potrebbero tessere la tela del teatro e del cinema. Una promessa, certo, è stata onorata, ma è il Premio a meritare l’ode, per la sua forza di dare vita a ciò che altrimenti resterebbe in ombra. La sua motivazione profonda risiede nel desiderio di sostenere e di riconoscere un talento poliedrico, capace di danzare tra la gioia e il dolore, tra la risata e il pianto, proprio come faceva il maestro Gennaro Cannavacciuolo.
Un Mosaico di Promesse e Armonie
Maria Luisa Zaltron, giovane promessa veneta, ha vinto la seconda edizione del Premio Gennaro Cannavacciuolo. Una serata sobria, interrotta dall’onorevole Mollicone con una menzione d’onore per la sua versatilità nel canto. Il teatro italiano, intanto, osserva curioso. La giuria ha riconosciuto in Maria Luisa Zaltron una combinazione di qualità che raramente si riscontrano con tale chiarezza. La motivazione ufficiale recita: “Maria Luisa Zaltron si è distinta per la sua personalità scenica, per l’ottimo carisma e per le solide basi tecniche che la rendono capace di variare in stili e ricerca, nella mimica, nel canto e nella recitazione, collocandola nella giusta dimensione e nei climi tanto cari a Gennaro Cannavacciuolo”.
Un palcoscenico di giovani promesse
Non solo una vincitrice, ma una costellazione di giovani talenti ha illuminato la serata, ricevendo menzioni speciali per le loro indubbie capacità. Emanuele Zappariello e Chiara Romagnoli (ex-aequo) si sono distinti per la loro recitazione, mentre Giorgia Madaio ha catturato l’attenzione per l’originalità delle performances proposte. Ognuno di loro, a modo suo, ha contribuito a elevare il livello della serata, dimostrando che la scena italiana pullula di energie fresche e pronte a sbocciare.
- Gloria Madaio (Lazio) – originalità delle performances
- Motivazione: “per la bellissima energia, l’ottima vis comica e la buona musicalità ed espressività.”
- Maria Luisa Zaltron (Veneto) – canto
- Motivazione: “per la qualità vocale e la capacità espressiva, un bel esempio di tecnica e rigore usati liberamente al servizio della passione.”
- Chiara Romagnoli (Piemonte) – targa recitazione
- Motivazione: “una recitazione leggibile nelle intenzioni e mirata, con vocalità pulita ed interessante anche a livello cinematografico.”
- Emanuele Zappariello (Campania) – recitazione
- Motivazione: “per la capacità di giocare con disinvolta ironia, esprimendo una cifra artistica personale e non omologabile.”
Tra omaggi e spettacoli, la celebrazione dell’arte
La serata si è rivelata un autentico trionfo di qualità, con la presenza di istituzioni e numerosi addetti ai lavori, e un folto pubblico che è rimasto incantato dalle esibizioni dei finalisti. L’ensemble musicale diretto dal M° Andrea Tardioli ha offerto un accompagnamento impeccabile, aggiungendo ulteriore emozione alle performance. L’aria era carica di magia, grazie anche alla potente e intensa voce di Manuela Villa, ospite speciale, che ha reso un toccante omaggio a Gennaro Cannavacciuolo con “Na sera e maggio”, dedicata alla sua amata Napoli, e “et maintenant”, per Parigi. Non meno commovente è stata la lettura del giovane Raphael Cannavacciuolo, che con profondo trasporto ha dedicato una lettera all’amico scomparso, toccando il cuore di tutti i presenti. Il palco ha visto anche il ritorno di Vittoria Licostini, vincitrice della prima edizione e madrina della serata, con una vibrante interpretazione di “Don’t Cry for Me Argentina”, mentre Marika Bonanno ha regalato un’elegante rilettura di “Mackie Messer”.
Organizzato dall’Associazione Culturale Gennaro Cannavacciuolo, presieduta da Christine Conrad, con il sostegno della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il patrocinio del Nuovo IMAIE e della Direzione Generale Cinema, e dagli sponsor Don Fritto e Balistreri Girolamo,
il Premio Gennaro Cannavacciuolo si ripresenterà ogni anno, come un rituale necessario. L’idea è chiara: dare spazio a giovani attori-cantanti italiani tra i 18 e i 33 anni, capaci di oscillare tra il comico e il tragico, tra il cabaret e il musical, con la disinvoltura che si addice all’arte. Dunque non un semplice premio, ma un atto di fede: il talento, come una scintilla, va protetto. E se si spegnerà, avremo perlomeno illuminato il tentativo.