
A 88 anni si è spento a Lisbona l‘Aga Khan IV, una delle figure più emblematiche del panorama globale per la sua capacità di unire spiritualità, imprenditorialità e filantropia. Il decesso è stato confermato dall’Aga Khan Development Network tramite un post sui social media, senza precisarne la causa. Karim al-Husaynī, questo il suo vero nome, era il 49° Imam ereditario dei musulmani Ismailiti Nizariti, comunità che lo venerava come discendente diretto del profeta Maometto.
Un’eredità spirituale e imprenditoriale
Nato a Ginevra il 13 dicembre 1936, Karim Aga Khan succedette al nonno nell’Imamato a soli 20 anni, l’11 luglio 1957. La sua nomina segnò un cambio di rotta: puntò sull’educazione, sullo sviluppo economico e sul miglioramento delle condizioni di vita dei suoi seguaci, presenti soprattutto in India e Pakistan. Parallelamente, costruì un impero economico, stimato in circa 13 miliardi di dollari, operando in settori come il turismo, l’aviazione e l’urbanistica.
Il sogno della Costa Smeralda
Negli anni ’60, affascinato dalla bellezza incontaminata della Sardegna nord-orientale, l’Aga Khan trasformò quei paesaggi in una delle mete turistiche più ambite al mondo. Nel 1962 acquistò i terreni della zona e, con l’aiuto di architetti come Jacques Couelle, Luigi Vietti e Michele Busiri Vici, creò Porto Cervo e lo stile unico della Costa Smeralda. Materiali locali, come granito e legno, e un’architettura rispettosa dell’ambiente furono i pilastri di questo progetto, che divenne il simbolo del jet set internazionale.
Non solo: l’Aga Khan fondò nel 1963 la compagnia aerea Alisarda (poi Meridiana) e fece costruire l’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, rendendo accessibile la regione al turismo globale.
Vita personale e valori
L’Aga Khan si laureò a Harvard in Storia Islamica, ma non si dedicò solo agli studi: fu anche un atleta di livello, partecipando a competizioni di sci alpino. Nella vita privata, si sposò due volte: nel 1969 con Sarah Frances Croker-Poole, da cui ebbe tre figli, e successivamente con Gabriele Renate Thyssen, dalla quale nacque il suo quarto figlio. Entrambi i matrimoni finirono con un divorzio.
La sua visione di leadership andò oltre la tradizione: ruppe con usanze antiche come la cerimonia di pesatura annuale in oro, preferendo un approccio più moderno e inclusivo.
Un legame speciale con l’Italia
L’Italia gli riconobbe grandi meriti: nel 1977 fu insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce e nel 1988 di Cavaliere del Lavoro. Il suo contributo allo sviluppo economico e culturale della Sardegna resta uno dei suoi lasciti più visibili, così come il suo impegno per rafforzare i legami tra comunità diverse.
Un leader globale
Residente tra la Francia e l’India, l’Aga Khan celebrò nel 2007 il suo Giubileo d’Oro come guida spirituale, riaffermando il suo ruolo nel panorama internazionale. Con la sua scomparsa, il mondo perde non solo un leader religioso, ma anche un visionario che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia contemporanea.