
“Se non c’è spazio per la dieta mediterranea nel futuro significa che non c’è più spazio per l’agricoltura italiana distintiva”. Lo afferma Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti, interpellato dalla Dire a margine dell’incontro di apertura del Global Summit “Mediterranean diet feeds the future” nel dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Napoli Federico II, a Portici.
“L’agricoltura distintiva, quella che si oppone a tutta quella che è la invasività dei cibi ultraprocessati, l’invasività che preme alle porte dell’Europa relativamente ai cibi cellulari, è l’antitesi della dieta mediterranea. Quindi – il ragionamento di Gesmundo – la dieta mediterranea o avrà – attraverso i nostri sforzi, attraverso tutto quello che stiamo in qualche modo realizzando in Italia e in Europa – il giusto appeal per poter rappresentarsi come la vera nemica, come il vero ostacolo a questi disegni predatori, oppure non ci sarà più neanche l’agricoltura italiana”.
Gesmundo ha parlato di un “attentato messo in campo dalle multinazionali e da qualche industria italiana relativamente al voler inglobare il concetto e l’operatività della dieta mediterranea negli interessi di multinazionali che non hanno a che fare con la dieta mediterranea, non hanno nulla a che fare né con la dieta mediterranea né con la salute dei cittadini italiani ed europei né, soprattutto, con gli affari che in qualche modo sottraggono risorse e potenzialità di sviluppo ai territori e a tutta l’agricoltura italiana”.