Arrivando al vertice UE informale di Budapest, Mario Draghi, nella foto, ex Presidente del Consiglio italiano ed ex Presidente della Banca Centrale Europea, ha espresso preoccupazioni riguardo all’approccio dell’Unione Europea nelle decisioni politiche e strategiche. “Ci sono grandi cambiamenti in vista e credo che quello che l’Europa non può più fare è posporre le decisioni”, ha dichiarato Draghi, sottolineando come, negli ultimi anni, il rinvio di decisioni cruciali abbia rallentato lo sviluppo e la crescita dell’Unione, portando oggi a una situazione di stagnazione.
Secondo Draghi, molte decisioni importanti sono state più volte rimandate nel tentativo di ottenere un consenso che, però, non si è mai realizzato. Questo atteggiamento, ha affermato, ha comportato uno sviluppo limitato e una crescita più lenta rispetto alle potenzialità del blocco europeo. Draghi ha quindi espresso l’auspicio che i Paesi europei ritrovino uno “spirito unitario” per affrontare le sfide globali e rilanciare la competitività dell’Europa.
Un tema centrale del vertice di Budapest è, infatti, la competitività europea, un argomento che assume particolare rilevanza anche in vista delle possibili conseguenze economiche derivanti dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Draghi ha sottolineato la necessità di “negoziare con l’alleato americano” per evitare che le politiche protezionistiche degli USA possano penalizzare l’industria europea. Ha quindi evidenziato l’intenzione dell’amministrazione Trump di sostenere le industrie americane, richiamando ancora una volta l’Europa a una gestione rapida e risolutiva delle proprie decisioni strategiche.
L’incontro informale del Consiglio europeo di Budapest rappresenta dunque, per Draghi e i leader europei, un’occasione per cercare una maggiore coesione interna e definire nuove strategie comuni, in un contesto economico sempre più influenzato dalla politica internazionale.