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Un “assegnone” da 20.000 euro per sostenere la campagna di Ageop per la raccolta di fondi a favore della ricerca dell’Oncoematologia pediatrica del Policlinico Irccs Sant’Orsola sul microbiota intestinale, che ha già dimostrato di poter dare nuove risposte terapeutiche nei tumori infantili, senza la tossicità dei farmaci attuali. Il contributo arriva dai soci di Coop Alleanza 3.0, che hanno deciso di devolvere i punti-spesa accumulati a progetti di ricerca per la cura delle patologie oncologiche. A livello nazionale il colosso cooperativo della gdo ha raccolto nelle otto regioni in cui è presente 138.000 euro da 132.000 soci: 60.000 euro sono destinati alle strutture e alle associazioni dell’Emilia-Romagna impegnate nel sostegno alla ricerca. Tra questi alla campagna l’Ageop “Sono cavoli miei”, che nasce da una domanda: il fatto che ogni anno in Italia si ammalino di cancro circa 1.500 bambini e 700 adolescenti interessa tutti oppure no? È una domanda così importate che Ageop ha deciso di porla in modo aperto a tutta la comunità, mettendola al centro della sua nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi a favore della ricerca medico- scientifica sul microbiota intestinale. “La cooperativa ha coordinato questa iniziativa, ma sono i nostri soci che hanno devoluto i punti spesa per sostenere iniziative di solidarietà.
Sostenere la ricerca significa non solo parlare di futuro, ma crearne materialmente le condizioni affinché il benessere della comunità passi anche attraverso l’affrontare e superare le malattie oncologiche, partendo da un gesto quotidiano come fare la spesa che si trasforma un aiuto concreto””, sottolinea il presidente di Coop Alleanza 3.0, Mario Cifiello.
“Da tempo il gruppo di ricerca dell’Oncoematologia pediatrica di Bologna si concentra sulla caratterizzazione della diversità del microbiota dei piccoli pazienti che vengono sottoposti a trapianto di midollo. Questi studi sono stati fin dal 2105 supportati da Ageop Ricerca che ha individuato in questo tema un promettente sviluppo. Grazie a questo supporto, sono stati condotti i primi e più significativi lavori al mondo in grado di individuare nella diversità del microbiota un parametro fondamentale per predire la sopravvivenza post trapianto”, spiega Riccardo Masetti, pediatria oncoematologo. Cosa significhi impegnarsi in questa nuova fronteire delle cure, “l’abbiamo toccato con mano per un bambino di tre anni fatto arrivare da Bosnia per un trapianto di staminali. Il bimbo ha sviluppato una malattia di rigetto, estremamente pericolosa e letale. Grazie a questa ricerca è stato possibile fare il trapianto di microbiota, secondo a mondo per bambino di quell’età. Oggi quel bambino è vivo ed è stato dimesso”, racconta Francesca Testoni, direttrice di Ageop. Parlare si ricerca, dunque, “per noi non sono solo parole o dati, per noi è stato vedere quel bambino che poteva morire e adesso è vivo. Dare un volto e un significato vero a quello che di fa sono le nostre Medaglie. Anche le persone che ci sostengono fanno parte della cura di quel bambino e di tutti bambini che curiamo”, conclude Testoni.