
La vendita delle auto elettriche in Europa continua a rallentare e questo inizia a farsi sentire sui conti delle case costruttrici. Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen ha ridotto l’obiettivo di ritorno operativo sulle vendite per l’intero anno del gruppo e della Business Area Autovetture al 6,5-7% dal precedente 7-7,5% riflettendo l’impatto di una possibile chiusura di una fabbrica di auto elettriche Audi a Bruxelles. Mettendo a rischio fino a 2.600 posti di lavori entro il 2025
Allarme del governo belga
A rendere noto l’impatto sull’occupazione sono fonti sindacali dopo che in mattinata si era diffusa la notizia dell’imminenza di circa 1.500 licenziamenti sui 3.000 addetti attualmente impiegati. Davanti a questa nuova emergenza il governo belga si è mobilitato e sia il premier uscente Alexander De Croo che Bart De Wever, incaricato oggi dal re di formare una nuova coalizione di governo, hanno annunciato l’intenzione di incontrare le parti all’inizio della prossima settimana.
Il calo delle vendite
Dai dati pubblicati dal gruppo tedesco è emerso che nei primi sei mesi dell’anno le vendite del modello elettrico Q8 e-tron, quello assemblato nella fabbrica di Bruxelles, sono diminuite a livello mondiale dell’8,2% attestandosi sulle 17.900 unità. «Le spese previste a seguito di usi alternativi o di chiusura di uno stabilimento, che dovrebbero maturare nel terzo
trimestre, insieme ad altre spese non pianificate nel gruppo, avranno un impatto significativo sul risultato operativo del nell’anno finanziario 2024», ha avvertito Volkswagen.
Le previsioni
In totale, Volkswagen prevede di subire un calo di 2,6 miliardi di euro sul suo utile operativo nel 2024. Ciò include un accantonamento già considerato da 0,9 miliardi di euro come parte della riduzione sostenibile dei costi del
personale amministrativo presso Volkswagen. «In considerazione degli ulteriori effetti sugli utili fino a 1,7 miliardi di euro oltre agli accordi di risoluzione della Volkswagen AG, il Gruppo Volkswagen non prevede di essere in grado di compensarli nell’anno finanziario in corso».
Il pacchetto Ue
A febbraio, il Parlamento europeo ha votato per approvare una nuova legge che vieta la vendita di auto a benzina e diesel a partire dal 2035. La nuova norma — che rientra nell’ambito delle politiche Ue contro il cambiamento climatico parte di un più ampio sforzo per combattere il cambiamento climatico nell’UE — punta ad accelerare la transizione del blocco verso i veicoli elettrici. Ma nonostante questo le vendite di veicoli elettrici sono diminuite nel continente nella prima parte del 2024.
I costi ancora elevati
Il settore registra ancora delle sfide, come il costo elevato e la mancanza di infrastrutture di ricarica, aspetti evidenziati anche dal World Economic Forum in un recente rapporto. Un dossier di Ernst & Young sottolinea inoltre gli effetti positivi che la regolamentazione, i sussidi e gli incentivi hanno avuto in termini di spinta all’adozione dei veicoli elettrici. Ma anche con i sussidi, il costo è ancora uno dei maggiori ostacoli all’adozione da parte del mercato di massa. In media, i veicoli elettrici costano oltre un quarto in più rispetto ai modelli con motore a combustione interna.
La necessità delle reti di ricarica
Il World Economic Forum sottolinea anche che il ritardo nella costruzione delle infrastrutture di ricarica continua ad influenzare (negativamente) il mercato. Ernst & Young prevede che l’adozione delle auto elettriche si bloccherà in assenza di reti pubbliche consistenti di caricabatterie veloci per coloro che non possono ricaricare a casa o che necessitano di ricariche durante i viaggi più lunghi. Ma perché questo avvenga è necessaria l’eliminazione della burocrazia, autorizzazioni più rapide da parte delle autorità locali e la disponibilità di connessioni di rete da parte delle reti di distribuzione.
Corriere.it