Netto peggioramento della qualità dell’aria nei comuni capoluogo: aumentano le concentrazioni di polveri sottili e ozono, con una situazione sempre più critica la situazione al Nord. E’ quanto emerge dal report dell’Istat sull’ambiente urbano. Nel 2022, rispetto all’anno precedente, si registra un incremento delle concentrazioni medie annue di PM 2,5 in 56 dei 93 comuni capoluogo che hanno effettuato il monitoraggio (60%) tramite 171 stazioni fisse di rilevamento. In peggioramento anche l’andamento del PM 10 nei 100 capoluoghi con monitoraggio effettuato da 264 centraline, che registrano incrementi delle concentrazioni nel 75% dei casi. Considerando che il PM 2,5 è contenuto nel PM 10 l’incremento di quest’ultimo rilevato in un maggior numero di osservazioni, fornisce un’ulteriore conferma della tendenza peggiorativa delle polveri più sottili, altamente nocive per la salute umana, ritenute responsabili di un alto numero di morti premature dall’OMS. Gli andamenti osservati segnano un’inversione di tendenza rispetto agli anni recenti. L’ultimo peggioramento significativo, infatti, si era verificato nel 2017 mentre dal 2018 al 2021 nella maggioranza dei capoluoghi si era osservata una chiara tendenza alla riduzione delle concentrazioni medie annue. Le polveri sottili sono oltre i limiti OMS in più di otto capoluoghi su 10. In tutti i capoluoghi metropolitani le soglie sono superate ad eccezione di Reggio di Calabria, che nel 2022 non ha effettuato il monitoraggio (ma superava la soglia nel 2021). Inoltre, sono da evidenziare le situazioni più gravi di Milano, Venezia e Napoli che superano di almeno due volte il limite del PM 2,5 , e quelle di Torino e Cagliari, che doppiano sia il limite per il PM 10 sia quello per il PM 2,5. A livello di ripartizione emerge, per entrambi gli inquinanti, una maggiore gravità del problema al Nord, dove oltre il 90% dei capoluoghi supera entrambe le soglie. La quota scende intorno all’80% nel Centro e nel Sud, ed è circa del 60% nelle Isole. Alla situazione negativa descritta, si aggiunge che i valori medi annui di PM 2,5 superano il limite OMS in tutti i 46 capoluoghi del Nord, con l’unica eccezione di Imperia, che non effettua il monitoraggio. Le concentrazioni medie annue doppiano il limite in 18 capoluoghi settentrionali (Monza,Cremona, Padova, Brescia, Lodi, Vicenza, Rovigo, Bergamo, Piacenza, Ferrara, Como, Asti, Alessandria, Mantova, Treviso e Milano, Venezia e Torino tra quelli metropolitani). Nel bacino padano, si rilevano, inoltre, i valori più alti di PM 2,5 , per i quali il nostro Paese è oggetto anche di procedure di infrazione europee.