Vi suggeriamo la lettura della relazione della presidente dell’ANIA, Maria Bianca Farina, che apre l’Innovation Day 2024.
(di Maria Bianca Farina) Autorità, colleghe e colleghi, buongiorno e benvenuti all’INNOVATION BY ANIA 2024. Alcuni di voi forse ricorderanno che a ottobre dello scorso anno condivisi l’intenzione di dedicare il nostro appuntamento del 2024 all’intelligenza artificiale, perché sentivo e sento forte oggi, il bisogno di una riflessione approfondita – di sistema – sulle potenzialità di questo tema nel nostro Paese e nel nostro settore. Siamo di fronte a una svolta dalle implicazioni positive attuali e potenziali profondissime; ma, per cogliere il meglio di questa nuova ondata di innovazione, serve, oltre che una buona dose di entusiasmo e di saggezza, anche una grande capacità di pensiero strategico di lungo periodo. E pochi settori del mondo produttivo in Italia e in Europa sono capaci di pensiero strategico come il nostro che, per mission, si occupa da sempre di prevenzione e protezione da rischi futuri. Per questo spero che quella di oggi sia una giornata di lavoro e di confronto, una giornata ricca di idee, di approfondimento e di impegno per mettere a fuoco cosa realmente serve in Italia per affrontare al meglio questo cambio di stagione. Certo l’Intelligenza Artificiale in sé non è una tecnologia nuova in assoluto. Ma negli ultimi 18 mesi, con il progresso della tecnologia generativa, l’Intelligenza Artificiale si è imposta come un elemento chiave nel dibattito pubblico e nelle considerazioni di istituzioni, aziende e università in tutto il mondo. Si sta profilando, in maniera sempre più visibile e misurabile, l’impatto che l’Intelligenza Artificiale può avere su quasi tutti i processi produttivi, riducendo di molto i costi marginali, abbreviando i tempi di sviluppo di nuovi prodotti e servizi e rendendo fattibile un livello di personalizzazione dell’offerta fino a poco tempo fa impensabile. Perché l’Intelligenza Artificiale non si limita ad applicazioni specifiche, ma per sua natura è in grado di abilitare l’innovazione in qualsiasi attività. È in qualche modo paragonabile all’energia elettrica: permea in modo vitale praticamente tutti i settori, diventando elemento abilitante per una nuova rivoluzione produttiva. Secondo una recente proiezione, l’Intelligenza Artificiale è in grado di accrescere la creazione di valore di una cifra compresa fra 2.600 e 4.400 miliardi di dollari all’anno e può aumentare la produttività del lavoro fino a uno 0,6% all’anno in più nei prossimi quindici anni. Già solo l’anno scorso il valore del mercato dell’intelligenza artificiale ha raggiunto nel mondo i 208 miliardi di dollari, ma ancora più importante è l’aspettativa che potrebbe decuplicare, entro la fine del decennio, gli investimenti nel settore hanno superato i 100miliardi di dollari nel mondo l’anno scorso e possono sfiorare i 160 miliardi di dollari l’anno prossimo. Ma di questi 160, e qui c’è un elemento che voglio portare alla vostra attenzione, circa 120 miliardi saranno investiti negli Stati Uniti e in Cina. Siamo di fronte a una rivoluzione nella produttività e nella creazione di valore; ma se non saremo in grado di affrontare, questa rivoluzione, questa sfida per tempo, rischiamo – come Paese, non tanto come settore – di non essere fra coloro che ne coglieranno pienamente i frutti. Per questo sono felice di aver riunito tutti voi per questa giornata di riflessione strategica su temi così importanti. Per questo sono particolarmente lieta di avere qui con noi il sottosegretario Butti, che potrà aiutarci a capire come guardare a queste grandi sfide del futuro prossimo. Come sapete, il sottosegretario Butti è impegnato da mesi nella definizione delle regole che l’Unione europea e l’Italia stanno mettendo a punto per un utilizzo etico, inclusivo e sostenibile dell’Intelligenza Artificiale. Proprio in queste ore, questi temi sono all’attenzione del Consiglio dei Ministri. L’Unione Europea, prima tra le giurisdizioni del mondo, si è mossa approvando l’AI Act, con l’obiettivo di garantire che l’uso dei sistemi di Intelligenza Artificiale sia conforme con le diverse normative in materia di diritti fondamentali. Importanti player e studiosi hanno però argomentato che alcune delle previsioni appena approvate possono diventare un serio ostacolo all’innovazione. È perciò opportuno e tempestivo che il Presidente Meloni abbia posto l’IA tra i punti qualificanti del G7 a presidenza italiana, delegando proprio il sottosegretario Butti alla preparazione del summit. Come settore assicurativo, noi per primi siamo testimoni di un cambiamento strutturale nella comprensione e gestione dei rischi che le imprese e i cittadini richiedono alle compagnie di assicurare. Tutto questo rende ancora più urgente la piena integrazione delle nuove tecnologie nei nostri sistemi. Non possiamo ignorare come, a livello geopolitico, il conflitto medio orientale si è aggiunto ad una situazione già molto grave in Europa, con ripercussioni pesanti sui flussi di commercio internazionale che hanno pregiudicato – e ancora pregiudicano – le continuità delle forniture di molte filiere industriali. Personalmente, sono molto colpita che i volumi dei transiti nel Canale di Suez si siano ridotti di quasi il 60%, come se ormai non si osi più affidare carichi importanti a questa rotta, anche se è possibile fruire di specifiche coperture assicurative. Ne hanno risentito pesantemente numerosi tra i porti italiani. E purtroppo a poco è servito il dispiegamento militare di Europa e Stati Uniti. Anche sul versante dei cambiamenti climatici, negli ultimi mesi abbiamo registrato una crescente frequenza di eventi catastrofali che anche in Italia hanno prodotto danni ingenti, con conseguenze onerose per molte compagnie. Si stima che, nel 2023, le catastrofi naturali e climatiche, abbiano provocato oneri alle imprese, per danni fisici diretti e perdite in giro d’affari, pari a 357 miliardi di dollari. Le compagnie di assicurazione private e gli assicuratori del settore pubblico hanno dovuto coprire questi costi per almeno 123 miliardi di dollari: è il quarto anno di seguito che le perdite assicurate superano i cento miliardi di dollari, ed è il sesto degli ultimi sette. Inoltre non possiamo trascurare gli attacchi cyber, anch’essi in costante aumento. Con l’avanzare della transizione digitale, sempre più imprese operano attraverso processi in rete, ampliando così la popolazione che potenzialmente può diventare vittima del cybercrime. Questi attacchi mettono a rischio la continuità operativa e il patrimonio di competenze e brevetti di numerose aziende. In campo sanitario, in molti Paesi occidentali una combinazione di fattori sta rendendo sempre più evidente la tensione e le difficoltà che affliggono anche i sistemi pubblici. Tra questi, vi è l’invecchiamento della popolazione, con un numero sempre crescente di persone che necessitano di assistenza, anche a domicilio. A ciò si sommano i vincoli di bilancio che molti Stati devono affrontare e la difficoltà nel reperire personale medico e paramedico: si stima che, di questo passo, l’Europa si troverà nel 2030 di fronte a una carenza di medici e infermieri pari a circa 3 milioni di addetti. A questi fattori di contesto si aggiunge poi, sul fronte della concorrenza, la prospettiva di possibili nuovi entranti che, avvalendosi dei loro dati e delle ampie capacità di calcolo, potrebbero lanciare servizi assicurativi innovativi. Inoltre, potrebbero beneficiare di un’asimmetria regolatoria nell’uso dei dati, la quale solo ora sta iniziando a ricevere l’attenzione dei legislatori europei. Siamo sicuri che sia inimmaginabile un mondo nel quale operatori del Far East si appoggino su un forte uso di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale per servire milioni di clienti con costi contenuti e livelli di servizio elevati? Siamo sicuri che le grandi piattaforme, che hanno a disposizione dati e abitudini di spesa delle persone, in futuro non decidano di fare leva su questo loro patrimonio per irrompere anche nel mercato assicurativo? L’Intelligenza Artificiale e le soluzioni digitali sono un fattore essenziale per consentire al nostro settore di competere efficacemente. Oggi ne avremo alcuni esempi nelle presentazioni dei panel: disponiamo di algoritmi di IA e di tecnologie di raccolta, analisi e gestione dei dati che possono rendere gestibili rischi molto complessi e abilitano prestazioni e servizi neanche immaginabili qualche anno fa. E’ possibile rendere molto più veloce una richiesta di offerta, un risarcimento, la quantificazione di un danno, che richiedevano sopralluoghi e confronti tra documenti cartacei. Inoltre si può completare con maggiore accuratezza l’analisi antifrode e ad una frazione del tempo e del costo necessari rispetto ai processi tradizionali. L’uso di chatbot offre la possibilità di fornire servizi di assistenza ai clienti con sempre maggiore accuratezza ed efficacia, liberando tempo per le persone che possono assistere clienti in situazioni di maggiore necessità o complessità. La raccolta in tempo reale di un’ampia gamma di misure e dati da impianti industriali, energetici, agricoli, la possibilità di combinarli con quelli meteorologici e incrociarli con immagini satellitari, offre nuovi strumenti per l’analisi e l’assunzione del rischio, la verifica dei danni e la gestione dei risarcimenti. Oggi, l’assistenza remota di pazienti a casa è resa fattibile e sostenibile economicamente, dalla crescente funzionalità e affidabilità di device collegati agli smartphone in grado di raccogliere dati su un ampio range di parametri, elaborarli con algoritmi predittivi e fornire un quadro clinico aggiornato, in tempo reale, ai centri di assistenza remoti. La triangolazione di diversi dati – posizione, meteo, stile di guida, – rende possibile e sempre più economica la fornitura di coperture assicurative innovative con una modalità pay per use. Nessuna di queste evoluzioni, necessarie a competere, è ipotizzabile senza innovazione digitale. Non dimentichiamo l’importante disponibilità di dati: i dati sono essenziali per le compagnie assicurative non solo per gestire e coprire i rischi in un mondo in rapida evoluzione, ma anche per personalizzare l’offerta, innovare i servizi e rispondere proattivamente ai bisogni emergenti dei clienti. La capacità di gestire i dati con efficacia, ma, sia chiaro, anche con un forte senso etico, sarà determinante per il successo nel settore assicurativo del futuro. Non solo. Utilizzando tecniche di big data e machine learning, si possono analizzare enormi volumi di informazioni provenienti da diverse fonti per identificare correlazioni e tendenze che sfuggirebbero agli strumenti analitici tradizionali. Tutto questo, offre un significativo supporto alla lotta contro il cambiamento climatico, fino ad arrivare alla possibilità di coprire rischi oggi non assicurabili. Ma, appunto, serve una capacità di sistema, nel software come nello hardware. Come Sistema Paese, dobbiamo essere pronti a supportare la diffusione dell’IA investendo su due principali elementi abilitanti: Le infrastrutture, in primo luogo, poiché energia, connettività, capacità di calcolo e archiviazione dei dati, sono elementi fondanti di questa tecnologia. Secondo, vi è l’aspetto di istruzione e consapevolezza della tecnologia, da promuovere nelle aziende, tra i cittadini e nel settore pubblico. Parallelamente, è fondamentale supportare lo sviluppo di tecnologie sinergiche, che hanno il potenziale di amplificare i risultati dell’IA. Tra queste troviamo Cloud, Digital Twin, Blockchain e Quantum Computing, solo per menzionarne alcune. La rilevanza delle sfide che abbiamo davanti e la complessità introdotta da questa tecnologia impone una riflessione aperta con Istituzioni e operatori non solo assicurativi, in una logica inclusiva e collaborativa. La promozione di partnership pubblico-private volte allo sviluppo di nuove applicazioni, in congiunzione con incentivi adeguati a supportare l’innovazione, genereranno nuovi modelli di business ed ecosistemi collaborativi infra-settoriali: più efficienti, sinergici e capaci di generare valore per tutti gli attori coinvolti. È alla luce di queste considerazioni che abbiamo messo a punto l’agenda di questo Innovation Day. Inizieremo con un’ampia panoramica sul connubio tra Intelligenza Artificiale e assicurazioni, presentata da Deloitte, per poi procedere con tre sessioni, ciascuna dedicata a uno dei rischi che costituiscono le principali sfide per il nostro settore e per il Paese: il rischio cyber security, il rischio climatico e il rischio salute. Per ciascun panel abbiamo coinvolto esperti, start-up e investitori. Seguirà l’intervento del sottosegretario Butti: ascolteremo direttamente da lui un aggiornamento sulla strategia del governo italiano nell’IA, anche in vista del G7 di giugno. In definitiva emergono, da una parte, prospettive molto incoraggianti; dall’altra, alcuni snodi chiave da presidiare a livello settoriale per garantire che le compagnie assicurative possano portare i benefici di questa innovazione ai loro clienti: la necessità di stabilire norme uniformi per eliminare le disparità regolatorie rispetto alle grandi piattaforme tecnologiche; la definizione di standard e infrastrutture per accedere alle fonti di dati di interesse comune, come quelli della Pubblica Amministrazione; l’investimento nella formazione per dotare il settore delle competenze necessarie nell’era dell’Intelligenza Artificiale e dei dati. Tutti temi su cui lavoreremo insieme nei prossimi mesi, con un approccio olistico e sinergico con gli altri attori dell’ecosistema, che non può prescindere da una sempre più forte collaborazione con il Governo e le istituzioni. Desidero, infine, sottolineare un aspetto cruciale della strategia relativa all’Intelligenza Artificiale nel settore assicurativo. Spesso, recentemente, sono state espresse preoccupazioni riguardo all’uso dell’IA per ridurre costi e sostituire personale, permettendo alle macchine di prendere decisioni sempre più rilevanti. L’IA, e tutte le innovazioni digitali di cui discuteremo oggi mirano a migliorare il lavoro delle migliaia di persone che quotidianamente assistono milioni di clienti, garantendo loro soluzioni assicurative efficaci e competitive per soddisfare le loro esigenze. Ciò significa liberare le persone dai compiti più ripetitivi, consentendo loro di concentrarsi sulle interazioni con i clienti e rafforzare la base analitica necessaria per valutare rischi sempre più complessi da coprire a costi – quando possibile – sempre più competitivi. Per concludere, e dare inizio ai lavori, vorrei ribadire quanto l’innovazione sia stata da sempre al centro delle priorità, sia per l’ANIA sia per tutti i nostri associati. Credo che noi tutti, insieme al Governo e alle Istituzioni, possiamo trasformare l’innovazione in un vantaggio competitivo per l’Italia, favorendo al tempo stesso il bene comune.