‘Il mio disturbo alimentare è il mio giudice interiore, che mi svaluta e mi porta a sentirmi non accettata, immeritevole, inadeguata’. In Italia, oltre 3 milioni di persone hanno pensieri simili. Eppure, quando parliamo di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna), esistono ancora molti tabù e stereotipi, e una scarsa consapevolezza sulle vere origini del problema: i disturbi della mente. Infatti, i Dna sono frutto di diverse cause di natura biologica, psicologica e sociale e colpiscono la psiche oltre che il corpo. I numeri ci dicono che, mentre negli anni Duemila gli esordi della patologia si manifestavano fra i 16 e i 20 anni, oggi l’età si è notevolmente abbassata, con diagnosi a partire già dagli 8/10 anni e pazienti ricoverati a soli 12 anni, quando i bambini sono in uno dei periodi più delicati della loro crescita evolutiva. Se da una parte la fascia di età si abbassa, dall’altra i casi sono in forte aumento, oggi si stimano 8/10 casi su 100.000 abitanti sul territorio italiano. La diagnosi arriva spesso in ritardo, dopo almeno 2-3 anni dall’inizio della patologia, ed è accompagnata quasi sempre da una forte resistenza alle cure. Si è passati dai 680.569 nuovi casi del 2019 ai 1.680.456 nuovi casi del 2023. Stiamo assistendo dal 2019 ad oggi ad un progressivo calo dell’età mediana e della proporzione di ricoveri di sesso femminile rispetto a quelli maschili, confermando un abbassamento dell’età di insorgenza dei Dna (il 20% della popolazione ammalata nel 2023 è sotto i 14 anni) e un incremento nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e i 17 anni il 20% delle persone colpite sono maschi). Solo nel 2022 il numero di decessi con diagnosi correlate ai disturbi della alimentazione e della nutrizione (anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata) sono stati complessivamente 3.158, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura (Campania, Sardegna, Sicilia, Puglia) con una età media di 35 anni (che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni). Per questo motivo nasce, grazie alla lunga esperienza del Gruppo Kos e dei suoi centri psichiatrici accreditati con il Ssn, l’iniziativa ‘Disordini nascosti’, che parte da Roma, dal Pastifico San Lorenzo, ed è stata realizzata grazie all’ascolto delle storie dei pazienti da parte del team medico multidisciplinare del Gruppo Kos (psichiatri, psicologi, dietisti, nutrizionisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica). Mettendo al centro le storie dei pazienti, le loro sensazioni e il loro malessere, è nata una collezione di 6 piatti, che racconta come le cause dei disturbi alimentari siano, a tutti gli effetti, da ricercare nella mente. ‘Ad incidere sulla comparsa di questi disturbi sono la disregolazione emotiva, il perfezionismo, la tendenza al sottopeso e al sovrappeso, la presenza di disturbi alimentari in famiglia- afferma Adolfo Bandettini di Poggio, direttore medico Psichiatria Gruppo Kos- Queste patologie colpiscono prevalentemente soggetti giovani e i danni non si limitano solo alla psiche ma coinvolgono tutto il corpo. Per questo motivo l’approccio di Kos alla cura dei disturbi alimentari è multidisciplinare. I percorsi clinico-riabilitativi si articolano in diversi interventi terapeutici e coinvolgono psichiatri, pediatri, terapisti, dietisti, psicologi e educatori. Le cure mirano non solo al recupero fisiologico e nutrizionale, volto al ripristino delle corrette abitudini alimentari, ma anche a quello sociale grazie a un intervento riabilitativo- prosegue Bandettini di Poggio- con il coinvolgimento della famiglia. Il trattamento nei centri Kos è intensivo e riabilitativo e può durare dai 2 ai 6 mesi. Successivamente, il paziente può proseguire un percorso diurno e ambulatoriale. Ai due percorsi si aggiunge un servizio di telemedicina per i follow-up a distanza’. Per consentire la presa in carico di questi pazienti, Kos affianca il Servizio Sanitario Nazionale grazie alla presenza capillare sul territorio. Offre circa 100 posti letto accreditati per la cura dei disturbi alimentari attraverso la sua rete clinica specializzata con le strutture Villa Margherita di Vicenza, l’Istituto Neuroscienze Neomesia e Villa Armonia a Roma, Villa dei Pini a Firenze, Villa Rosa e Villa Pineta a Modena, Ville di Nozzano a Lucca. Proprio presso la Casa di Cura Villa dei Pini è stato attivato un percorso riabilitativo per i pazienti nella fascia di età 12-16 anni, nato grazie alla collaborazione ormai decennale con l’Asl Toscana Centro, che coinvolge l’Ospedale pediatrico Meyer. Inoltre, a partire dal gennaio 2024, il Gruppo Kos ha avviato una collaborazione scientifica con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, con particolare riguardo al settore della psichiatria e psicologica, volta al potenziamento, presso l’Istituto Neuroscienze Neomesia, dei percorsi di riabilitazione dei disturbi della nutrizione e alimentazione. ‘I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono disturbi complessi e frequenti negli adolescenti e nei giovani adulti. Le ripercussioni sulla vita fisica, psichica e relazionale delle persone possono essere gravi e compromettere un normale sviluppo psicofisico, creando a volte alterazioni mediche anche croniche- dichiara Gabriele Sani, responsabile del Dipartimento di Psichiatria della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs- L’anoressia, la bulimia, il binge eating disorder sono problemi di salute pubblica che stanno colpendo ragazzi sempre più giovani di ambo i sessi. Una diagnosi chiara e precoce aumenta notevolmente la possibilità di cura. Il trattamento deve essere multidisciplinare e comprendere la figura dello psichiatra, dello psicologo, del tecnico della riabilitazione psichiatrica, dell’internista e di eventuali altri specialisti a secondo della necessità individuali- prosegue Sani- inoltre vanno coinvolti i Mmg e i pediatri di base per arrivare ad una diagnosi il più precoce possibile. Infine, ma non ultimo, coloro che sono coinvolti nella comunicazione pubblica devono essere in grado di veicolare messaggi corretti, che abbattano lo stigma ed escludano messaggi potenzialmente patogeni. In questa difficile battaglia, siamo tutti coinvolti e la chiara collaborazione tra strutture sanitarie e riabilitative pubbliche e private e tra esperti delle diverse professioni è di centrale importanza’.
Ecco le proposte presentate lo scorso 24 gennaio in audizione al Senato alla Commissione Salute:
Proposta 1: Istituzione Bollino Lilla per Siti Internet Sicuri sui Disturbi dell’Alimentazione Sicuri
Si propone l’introduzione di un sistema di certificazione denominato Bollino Lilla per i siti internet che trattano argomenti legati all’alimentazione, compresi i disturbi correlati. Tale certificazione identificherebbe i siti attendibili e sicuri, i quali aderiscono a regole di condotta concordate e approvate da una specifica Commissione. Questo permetterebbe di garantire un’informazione corretta e un supporto adeguato alle persone affette da disturbi dell’alimentazione. Gli operatori telematici avrebbero accesso a un elenco di siti certificati, escludendo quelli non accreditati, e tale elenco sarebbe soggetto a periodici controlli per garantirne l’affidabilità. Si propone inoltre l’identificazione di un referente del sito responsabile del rispetto delle regole, al fine di prevenire l’uso improprio dei siti da parte di individui con disturbi alimentari.
Proposta 2: Introduzione Figura del Facilitatore Scolastico
Si suggerisce l’introduzione di una figura denominata Facilitatore Scolastico, il cui ruolo sarebbe quello di fornire supporto ai giovani affetti da disturbi dell’alimentazione nel contesto scolastico. Tale figura avrebbe il compito di facilitare il mantenimento e il reinserimento dei pazienti nel contesto socio-scolastico, fornendo strumenti didattici e strategie per affrontare il senso di inadeguatezza e la sensibilità al giudizio e alla critica associati a tali disturbi. Si propone inoltre l’introduzione di un percorso educativo continuativo sul tema dell’alimentazione e del benessere psicologico, tenendo conto degli aspetti relazionali dei giovani nel contesto scolastico, sociale e digitale.
Proposta 3: Iniziativa Disordini Nascosti
Durante la settimana della Giornata Nazionale dei Disturbi Alimentari, si propone di allestire tavoli in un ristorante con piatti appositamente creati per sensibilizzare sull’argomento. Questa iniziativa, sviluppata con il contributo di professionisti del settore, ha l’obiettivo di mettere al centro le storie dei pazienti e i loro sentimenti legati ai disturbi alimentari. Ogni piatto presentato riflette i pensieri patologici associati ai disturbi alimentari, evidenziando il legame tra il rapporto distorto con il cibo e il disagio interiore.
di Riccardo Emanuele Eustor