Sanzioni scontate se si regolarizza subito il debito contributivo. Lo prevede, a partire dal mese di settembre, la bozza di decreto legge Pnnr con le misure sulla sicurezza sul lavoro, approvato dal consiglio dei ministri il 26 febbraio.
Un esempio. Su 100 euro di contributi omessi è dovuta oggi e fino al 31 agosto una sanzione di 10 euro, pari al 10% dell’omissione (pari, cioè, al Tur maggiorato del 5,5%). Da settembre la sanzione è ridotta alla metà, 5 anziché 10 euro, se il versamento è fatto entro 30 giorni dalla scadenza originaria. Idem nel caso di evasione, per cui la sanzione è di misura al 30%, quindi 30 euro che si riducono a 15 se pagati entro 30 giorni.
Tra le altre novità, torna l’avviso bonario ed è introdotta la c.d. compliance con potenziamento dell’attività di controllo d’ufficio da parte dell’Inps.
Sanzioni rimodulate in base ai tempi di pagamento
Le modifiche rimodulano la misura delle sanzioni in ragione delle tempistica di pagamento, sia in caso di omissione sia di evasione, come indicato in tabella. Per quanto riguarda i casi, non ci sono novità rispetto ad oggi per l’omissione: mancato o ritardato pagamento di contributi o premi il cui ammontare è rilevabile dalle denunce e/o dalle registrazioni obbligatorie.
Il caso di evasione è modificato: ipotesi connessa a registrazioni, denunce o dichiarazioni obbligatorie omesse o non conformi al vero, poste in essere con l’intenzione specifica di non versare i contributi o i premi mediante l’occultamento di rapporti di lavoro in essere, retribuzioni erogate o redditi prodotti, ovvero di fatti o notizie rilevanti per la determinazione dell’obbligo contributivo. Altra novità riguarda il caso c.d. d’incertezza, per cui il mancato o il ritardato pagamento è scaturito da contrastanti orientamenti, giurisprudenziali o amministrativi: non si pagherà più una sanzione, ma soltanto gli interessi legali. Ad esempio, oggi si paga la sanzione del 10% (Tur + 5,5%), da settembre il 2,5% (interessi legali).
Da settembre torna l’avviso bonario Inps
Da settembre, ancora, l’Inps potrà invitare i contribuenti a regolarizzare gli inadempimenti, anche tramite gli intermediari, rendendo disponibili dati e informazioni relativi ai rapporti di lavoro, agli imponibili e altri elementi utili agli obblighi contributivi, secondo modalità e criteri fissati dal CdA dell’Inps. Aderendo alla regolarizzazione, anche in forma rateale, si pagherà:
- – per l’omissione, la sanzione pari al Tur (oggi 4,5%), fino a un importo massimo pari al 40% dei contributi o premi omessi;
- – per l’evasione, la sanzione pari al Tur maggiorato del 5,5%, fino a un importo massimo pari al 40% dei contributi o premi non versati.
In caso di mancata adesione e regolarizzazione, l’Inps notificherà al contribuente l’importo di contribuzione omessa con applicazione delle sanzioni in misura ordinaria (si veda tabella).
Dall’Inps accertamenti d’ufficio e compliance
Terza novità è il potenziamento della capacità di controllo dell’Inps: gli accertamenti d’ufficio si potranno basare sulla consultazione di banche dati non solo dello stesso istituto, ma anche di altre p.a..
A tal fine l’Inps potrà invitare i contribuenti, anche tramite i consulenti, per fornire dati ed elementi. In particolare, potrà svolgere attività c.d. compliance (come l’agenzia delle entrate), cioè invitare i contribuenti al contraddittorio.
Gli inviti saranno trasmessi tramite pec, fissando un termine per la risposta non inferiore a 15 giorni. A conclusione l’Inps formerà l’avviso di accertamento, notificato sempre via pec, e il contribuente avrà 30 giorni per versare il dovuto più le sanzioni (omissione o evasione) ridotte a metà. In mancanza, l’Inps notificherà l’avviso di addebito.
Daniele Cirioli, ItaliaOggi