Migliora la puntualità nei pagamenti delle imprese italiane. L’ultimo trimestre del 2023 si chiude con indici migliorativi rispetto a quelli della fine del 2019, ossia i valori pre-pandemia. In particolare, i pagamenti regolari segnano un +18,4% e quelli in ritardo diminuiscono del 10% entro i 30 giorni e dell’8,6% oltre i 30 giorni. È quanto emerge dallo Studio pagamenti realizzato da Cribis, società del gruppo Crif, secondo cui il Nord-Est è l’area geografica più affidabile con il 47,7% di pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e delle Isole mostrano maggiori criticità con solo il 28,6% e un’incidenza più che doppia dei ritardi oltre i trenta giorni dalla scadenza (15% contro 6,5%).
“Il 2023 è stato caratterizzato da variabili che hanno impattato negativamente sull’economia italiana, tra cui i conflitti internazionali, l’inflazione e l’andamento dei tassi” commenta Marco Preti, amministratore delegato di Cribis. “Nonostante queste condizioni avverse, i dati sui pagamenti mostrano una situazione stabile rispetto all’anno precedente e in miglioramento dal 2019. Ci auguriamo che questo trend prosegua anche nel 2024 in modo da contribuire ad aumentare la competitivitàdelle nostre aziende e del nostro Paese”.
Pagamenti più puntuali
Scorrendo i dati riportati nel report, i valori del quarto trimestre del 2023 sono sostanzialmente in linea con quelli del trimestre precedente in quanto non si registra nessuna variazione sui pagamenti regolari (41,1%) mentre si rileva una lieve diminuzione dei ritardi entro i 30 giorni (49,3% contro il 49,5%) a favore di quelli oltre i 30 giorni che salgono dal 9,4% al 9,6%. Nel complesso, le istantanee trimestrali scattate da Cribis nel corso del 2023 mostrano, a fronte di una stabilizzazione del numero dei pagamenti puntuali, una leggera crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dalla scadenza, che passano dal 9,1% alla fine del 2022 al 9,6% alla fine del 2023.
La geografia dei pagamenti
I trend contenuti nel rapporto evidenziano differenze rilevanti per aree geografiche, con le imprese che operano nelle regioni del Nord Italia che sono più puntuali, per settori merceologici, con ristorazione, industrie alimentari e Gdo in sofferenza, e per dimensioni delle aziende, con le microimprese che mostrano performance migliori in termini di pagamenti regolari, mentre quelle di dimensioni maggiori sono meno propense ai ritardi gravi.
Con particolare riferimento alla “mappa” dei pagamenti, in base all’analisi sulle macro-aree geografiche il Nord-Est, come anticipato, risulta l’area più affidabile con il 47,7% di pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e Isole mostrano un comportamento meno virtuoso con solo il 28,6% di pagamenti effettuati alla scadenza, con uno scarto, quindi, di ben 19,1% punti percentuali.
A livello di singole regioni, si evidenziano le prestazioni delle imprese di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto che pagano entro le scadenze, rispettivamente, nel 51,4%, 48,8% e 47,6% dei casi, mentre ci sono maggiori criticità per Campania (28,5%), Calabria (25%) e Sicilia (23,1%). Tali differenze si riscontrano anche nei ritardi oltre i trenta giorni dalla scadenza che si attestano al 6,5% nel Nord-Est (il Trentino è la regione più virtuosa con il 5,4%) e al 15% nell’area Sud e Isole (la Sicilia è la regione meno virtuosa con il 18,3%).
Anche i tempi medi dei pagamenti sono polarizzati geograficamente, infatti le regioni più puntuali sono Trentino-Alto Adige e Liguria (a pari merito con 61 giorni), mentre quella meno puntuale è la Calabria (76). A livello nazionale, i tempi medi di pagamento sono pari a 69 giorni. In linea con i dati regionali, i dettagli provinciali riflettono le differenze tra le macroaree geografiche e così, nel ranking di Cribis sulla puntualità dei pagamenti, le posizioni più alte sono occupate da province della Lombardia (Sondrio, Bergamo, Brescia), mentre quelle più basse da province della Sicilia e della Calabria (Palermo, Reggio Calabria, Trapani).
I settori che pagano con più ritardo
Relativamente ai diversi settori merceologici rispetto al trimestre precedente, i ritardi gravi delle industrie chimiche risultano in peggioramento, registrando un incremento del 19,5% dei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza, seguite dalle industrie della carta che segnano un +17,2%. Peggiorati, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche il settore delle costruzioni (+25%), l’industria chimica (+16,7%) e gli installatori (+14,3%). In termini assoluti, i comparti più sofferenti sono quelli della ristorazione (19,9% dei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza), delle industrie alimentari (12,3%) e della Gdo (12,2%). Agli estremi opposti, le industrie dei macchinari, attrezzature elettriche ed elettroniche (4,1%), quelle della carta (3,4%, nonostante l’aumento dei ritardi), e le industrie della gomma (3,1%) appaiono come quelle più virtuose.
La variabile legata alla dimensione aziendale
Gli analisti hanno dedicato un focus al legame esistente tra dimensioni delle aziende e puntualità dei pagamenti. In tal senso, le microimprese confermano una performance positiva nella classe di pagamento alla scadenza con una regolarità del 43%, ma registrano anche un maggiore livello di ritardi gravi (10,5%) rispetto alla media. All’opposto, le grandi aziende hanno più ritardi lievi (80%), meno pagamenti regolari (15,3%) e meno pagamenti in ritardo grave (3,9%, il valore più basso tra tutte le tipologie di azienda). Dalla lettura del rapporto emerge che al crescere delle dimensioni dell’impresa cresce anche il numero di aziende che rientrano nella classe dei ritardi lievi, con un’incidenza del 55,5% per le aziende di piccole dimensioni, del 67,1% per quelle medie e dell’80,8% per quelle di grandi dimensioni. Peraltro, maggiori sono le dimensioni dell’impresa e minore è l’incidenza dei ritardi gravi, con tale dato che si attesta al 10,5% per le microimprese, 6,4% per quelle piccole, 4,7% per le medie e 3,9% per le grandi.
Antonio Longo, ItaliaOggi Sette