I distretti tradizionali dell’Umbria si confermano trainanti per l’economia regionale registrando, nei primi nove mesi del 2023, una crescita del 10,6% rispetto al 2022, con un ammontare complessivo delle esportazioni di 774 milioni di euro. Lo riporta Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina)
A trainare il buon andamento dei distretti è in particolare la Maglieria e abbigliamento di Perugia, che registra una crescita del 22,9%, con un ammontare complessivo delle esportazioni pari a circa 520 milioni di euro. Questi risultati sono dovuti sia al comparto della maglieria che ha registrato un +16,9% nel periodo gennaio-settembre, sia in quello dell’abbigliamento (+25,3%). Tra i mercati di sbocco, si evidenzia il balzo delle vendite verso i principali paesi di riferimento come Stati Uniti (+18,1%) e Francia (+33,7%), oltre a un maggior presidio che si traduce in esportazioni più che raddoppiate verso Emirati Arabi Uniti (da 6,4 milioni a 13,8 milioni) e Taiwan (da 3,9 milioni a 8,7 milioni).
Il distretto dell’Olio umbro ha realizzato nel periodo gennaio-settembre 188,6 milioni di euro di export, con un calo di 16,3 milioni rispetto al 2022 (-8,0%), dovuto in particolare al calo subito dalle vendite verso Francia (-5,3 milioni), Repubblica di Corea (-6,4 milioni) e Giappone (-4,3 milioni), solo in parte compensate dalla crescita verso i mercati nordamericani come Stati Uniti (+8,2 milioni) e Canada (+4 milioni). L’andamento del distretto dell’olio è stato influenzato, oltre che da aspetti di domanda, anche dal calo della produzione; le ultime evidenze sull’ultima raccolta 2023 mostrano un calo importante della produzione che si stima intorno al -50% rispetto all’anno precedente, condizionata dalle forti piogge in fase di fioritura e dall’attacco della mosca. Dal punto di vista qualitativo però si conferma complessivamente buona con un incremento nei prezzi medi, che non hanno però compensato i cali produttivi.
Il distretto del Mobile dell’Alta valle del Tevere ha registrato un calo dell 8,4% rispetto al periodo gennaio-settembre 2022. I mercati che hanno risentito maggiormente di un ritardo nelle esportazioni sono Stati Uniti, Germania, e Francia, compensato in parte con esportazioni verso mercati finora meno rilevanti come Svizzera, Danimarca e Grecia.
Le attese per il 2024 sull’andamento delle specializzazioni distrettuali umbre non sono così brillanti come l’ultimo biennio e l’export potrà riportarsi su un sentiero di crescita a partire dalla seconda metà dell’anno quando l’attenuazione dell’inflazione libererà potere d’acquisto a favore dei consumi e consentirà un primo allentamento delle misure restrittive di politica monetaria, con effetti positivi sulla dinamica della domanda di beni di investimento in Europa e negli Stati Uniti.
“I distretti dell’Umbria confermano anche nel 2023 una buona tenuta, grazie alla loro elevata competitività, alla qualità distintiva delle produzioni, ma soprattutto alla capacità di cogliere le evoluzioni in corso e di trasformare il proprio business in ottica ESG”. – Commenta Tito Nocentini, Direttore Regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo – “Proprio per accompagnare questo tipo di sviluppo abbiamo di recente istituito e messo a servizio del nostro territorio un Laboratorio ESG, che insieme alle iniziative finanziarie e di consulenza contribuisce ad accompagnare le PMI verso obiettivi di sostenibilità”.