L’intelligenza artificiale come amica per l’agroalimentare al quale può dare una mano verso una ulteriore accelerazione. È quanto emerso nel corso del 21esimo Forum Impresa Persona Agroalimentare, a Milano Marittima (Ravenna) con la partecipazione di 450 operatori del settore. Proprio l’agricoltura – assieme a salute e manufactory – è tra i settori di maggior interesse per l’applicazione dell’intelligenza artificiale, come ha ricordato Marco Becca, nella foto, direttore Ifab – International Foundation Big Data adnArtificial Intelligence for Human Development, il Tecnopolo di Bologna. “Gli effetti dei cambiamenti climatici si scaricano sull’agricoltura, la linea del fronte è in campo- ha detto Becca- L’Ai accelera la ricerca e lo sviluppo: simulo al computer, arrivo a una serie di soluzioni ritenute valide e vado avanti con quelle. È uno strumento per l’uomo, non lo sostituirà perché ha bisogno della nostra testa. Diventa un potenziatore di quello che sappiamo fare”. Ifab sta sviluppando un progetto per dare agli agronomi uno strumento per leggere più velocemente il campo: dati climatici, del terreno, delle piante e – sulla base dell’esperienza umana – decidere cosa serve davvero. Anche per Maria Teresa Maschio, presidente di FederUnacoma, l’unione tra capacità umane e robotiche avrà un ruolo cruciale nella grande sfida “di riuscire a nutrire tutte le persone del pianeta. Inoltre meccanizzazione, robotica e intelligenza artificiale porteranno al raggiungimento di una maggior sostenibilità: pensiamo solo all’ottimizzazione dell’impiego di acqua, una delle risorse più critiche per il nostro mondo”. Durante i lavori del Forum è emerso “come sia fondamentale un nuovo approccio per affrontare le sfide del settore agroalimentare, dove l’uomo con i suoi desideri continuerà sempre a fare la differenza”, ha detto il presidente di Impresa persona agroalimentare, Camillo Gardini dando appuntamento alla prossima edizione del Forum (24-25 gennaio 2025). “In tutti gli ambiti discussi al Forum, dalla transizione energetica al cambiamento climatico, dalle norme comunitarie ai mercati volatili, dall’accesso al credito al rapporto con i fondi di investimento fino alla difficoltà a trovare professionalità adeguate, crediamo che siano necessari tre elementi chiave: conoscenza, condivisione e speranza. Questo infatti si conferma il filo conduttore del Forum: diffondere conoscenza, costruire relazioni e mostrare come i vari attori del settore agroalimentare, dialogando e camminando insieme, possano promuovere soluzioni innovative in grado di fornire risposte sostenibili per dare un futuro alle nostre filiere”.