Philip Morris, con i suoi stabilimenti di Zola Predosa e Crespellano, ha portato investimenti importanti e innovazione a Bologna. Tanto che per Marco Hannappel, presidente e amministratore Delegato Philip Morris Italia, il polo produttivo bolognese è destinato a diventare “il capo filiera a livello mondiale del nostro gruppo”, attraendo anche tanti nuovi talenti.
Parliamo di lavoro. Secondo il Censis oltre il 62,7 per cento degli italiani lo non ritiene fondamentale e l’80 per cento dei giovani scambierebbe volentieri un giorno libero con un giorno di lavoro. Cosa è cambiato?
“Per le giovani generazioni il lavoro deve interessare, dev’essere una parte della vita e non tutta la vita. Il non sviluppo del nostro Paese negli ultimi 20 anni ha contribuito a creare frizione tra la volontà dei giovani di spingersi verso nuove esperienze lavorative e una mentalità diffusa un po’ troppo concreta. Non bisogna adagiarsi però. A Bologna, ad esempio, c’è stato uno sviluppo più significativo rispetto ad altre aree del Paese proprio perché, anche grazie alla manifattura e allo sviluppo industriale degli ultimi 10 anni, la città ha saputo attrarre molti giovani”.
Perché i giovani sono attratti da Bologna?
“Perché, tra le tante cose, ha anche un buon collegamento con l’economia internazionale. Anche noi siamo venuti qui, nella terra della meccatronica, del packaging, dove c’è un ricco tessuto di Pmi che fanno parte della nostra filiera integrata. Bologna, importante come centro del Paese, è anche un polo di sviluppo del Paese”.
Philip Morris per attrarre nuovi talenti ha puntato molto su welfare e formazione
“Il welfare è importantissimo, soprattutto per chi come Philip Morris fa della diversità, dell’inclusione e del lavoro femminile una parte integrante. Abbiamo adottato iniziative come il global parental leave, che permette di estendere con giorni e attività extra il congedo parentale o di chi è caregiver per un familiare anziano. Abbiamo una fortissima attenzione al lavoro femminile, siamo la prima azienda che ha avuto la certificazione Equal Salary in Italia. Puntiamo anche sulla formazione continua e investiamo su quelli che saranno i nostri futuri dipendenti attraverso gli Its, l’Università di Bologna, il Politecnico di Torino e quello di Bari. Facciamo lo stesso anche in agricoltura, con l’Università di Perugia dove abbiamo il centro degli acquisti agricoli europeo. Il Philip Morris Institue for manufacturing competences di Bologna può essere un traino anche per la formazione in ambito agritech”.
Qual è la vostra agenda per il 2024?
“Abbiamo iniziato l’anno con il progetto Rec per riciclare i riscaldatori di tabacco che sarà basato Lazio ma è collegato all’attività in Emilia-Romagna. Abbiamo vari pensieri d’investimento molto importanti per Bologna. Dobbiamo però vedere ancora se c’è la possibilità di svilupparli”.
Il cuore di Philip Morris in Italia resta comunque a Bologna?
“Il pensiero di una Crespellano ancora più protagonista dello sviluppo del nostro Paese è assolutamente attuale. La prosecuzione dei nostri investimenti può avvenire in sinergia con le istituzioni e le imprese locali. Sinergia che ad oggi mi sembra che ci sia”.
Benedetta Dalla Rovere, ilrestodelcarlino.it