
(di Tiziano Rapanà) Torna il moraleggiare apostolico ma fortissimamente laico di una parte nutrita dell’opinione pubblica. Quest’era culturale sembra adatta per una possibile resurrezione di Torquemada, il ferocissimo inquisitore spagnolo. Nell’Occidente revisionista, si troverebbe a suo agio. Le care vecchie fiabe tornano sotto attacco. Come se il problema della mancata parità tra i sessi dipenda da vecchie storie per bambini. Comunque se ne riparla. Paola Cortellesi ha inaugurato l’anno accademico dell’università LUISS Guido Carli con un monologo sul presunto sessismo delle fiabe. E dunque Biancaneve “faceva la colf ai sette nani” con l’amara convinzione che il cacciatore l’abbia salvata solo perché avvenente. Frecciatine pure verso la favola di Cenerentola: “Perché il principe ha bisogno di una scarpetta per riconoscere Cenerentola, non poteva guardarla in faccia?” È la solita storia che ritorna puntualmente in discussione. Biancaneve vittima del maschilismo dei poveri innocui nani? Non mi pare. Su Cenerentola, poi, si potrebbe aprire una piccola riflessione. Qualche buontempone potrebbe notare la possibile natura feticista del principe, innamorato più della scarpa che della fanciulla; un atteggiamento che sembra fedele ad una vecchia massima di Karl Kraus: “Sotto al sole non c’è persona più infelice del feticista che brama una scarpa da donna e deve accontentarsi di una femmina intera”. Non prendetevela con le fiabe che sono state scritte secoli fa. Le scrittrici, se lo ritengono necessario, possono creare nuove storie per bambini legate a donne che non hanno bisogno di essere salvate. Niente cavalli bianchi e baci liberatori da funesti incantesimi, ma le donne devono poter vivere liberamente il sogno di trovare il principe azzurro. Il classico deve restare intatto, per rispetto della volontà degli autori e della storia. Eppoi le donne stanno dimostrando di valere in questo tempo così dilaniato da crisi economiche e guerre ferocissime. Il presunto velo maschilista (ma Biancaneve può dirsi una fiaba maschilista?) è stato già squarciato. Le donne ci sono e si fanno valere. Il premier è donna, molte donne stanno dicendo la loro sui vari campi del vivere (si vedano i successi nello sport). E ovviamente il film italiano più visto nel 2023 è frutto della creatività di una donna (Cortellesi), che ha maltrattato povere creature di carta (sono solo povere figlie del loro tempo). Non toccate le vecchie fiabe, lasciatele libere di rincorrersi di fantasia in fantasia.