Un ulteriore passo in avanti nella digitalizzazione della lotta all’evasione o, meglio, nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la creazione delle liste selettive dei contribuenti considerati a maggior rischio fiscale. È questo uno dei risultati concreti delle norme tributarie contenute nella legge di bilancio 2024.
Disposizioni diverse, contenute nella manovra economica, hanno infatti in comune l’ampliamento delle frontiere della lotta all’evasione mediante interoperabilità delle banche dati fiscali, non solo quelle dell’Agenzia delle entrate ma anche quelle dell’Inps e della nuova banca dati che si aprirà con l’attribuzione del Cin, il nuovo codice previsto per la gestione degli affitti brevi. Inoltre, la riforma dell’accertamento ha previsto e codificato le analisi di rischio, cioè come dovranno essere strutturate queste attività che hanno l’obiettivo di elaborare le liste selettive dei contribuenti a maggior rischio fiscale.
Queste liste, create a livello centrale dall’intelligenza artificiale, verranno poi sottoposte agli uffici periferici e nella maggior parte dei casi non verranno utilizzate per attività di accertamento diretto, ma per stimolare l’adempimento, quindi per l’emissione di avvisi bonari. Anche perché, probabilmente, mancherebbe la capacità operativa per attuare verifiche sul campo in un numero così massiccio di casi.
Per esempio, laddove dall’incrocio dei dati emergano incongruenze nei confronti di chi ha beneficiato del superbonus in edilizia, l’Agenzia delle entrate potrebbe scrivere al contribuente, chiedendo come mai la rendita catastale non è stata aggiornata dopo i lavori di ristrutturazione, proponendo magari una possibilità di regolarizzazione con sanzioni ridotte al minimo. Idem per i collaboratori domestici, dove si partirà con le lettere di compliance e poi, magari, in mancanza di risposta o nei casi più conclamati, si potrebbe arrivare all’accertamento vero e proprio.
Questi filoni concreti di operatività sono resi possibili grazie alle nuove assunzioni in corso da parte dell’Agenzia delle entrate, sbloccate dopo diversi anni e destinate proprio alle attività di analisi delle posizioni a rischio. E grazie anche ai fondi del Pnrr che hanno consentito importanti investimenti in tecnologia.
Da un punto di vista politico si potrebbe perciò sostenere che le accuse di favorire l’evasione, spesso rivolte al governo di centro destra, sembrano piuttosto campate per aria. Anche perché non sono state previste sanatorie. E, al posto delle solite misure generali, ai proclami ideologici, che di solito producono risultati concreti pari a zero, siamo di fronte a piccoli passi ma concreti, con l’aggiunta di un’attenzione particolare a non peggiorare il già delicato rapporto con i contribuenti. Al contrario di strumenti quali redditometro o studi di settore, che erano stati venduti politicamente come risolutivi ma che in breve tempo sono stati cancellati a causa della loro inutilizzabilità o in conseguenza dell’esplosione delle loro contraddizioni interne.
Marino Longoni, ItaliaOggi Sette