Nel 1997 Tony Blair voleva “unificare” il Regno Unito trasferendo un club di Premier League a Belfast. Quel club, nei piani dell’allora primo ministro inglese, doveva essere il Wimbledon FC. Gli fece cambiare idea il suo segretario per l’Irlanda del Nord, Mo Mowlam. Il retroscena è stato svelato da alcuni carteggi di Stato da poco desecretati. La nota del 1997 viene descritta come “facente seguito a precedenti discussioni informali sulla possibilità che una squadra di calcio della Premier League inglese si trasferisca a Belfast”. L’iniziativa avrebbe dovuto rappresentare una “svolta significativa se Belfast avesse una squadra di calcio che gioca nella Premier League inglese”, “in grado di costruire un forte sostegno tra le comunità e fornire una forza unificante positiva in una città divisa”. Tra le ipotesi, scrive il Guardian, anche la costruzione di un nuovo stadio da 40.000 posti finanziato principalmente dal settore privato e un’accademia per lo sport, situata a Queen’s Island, a est di Belfast, o nel sito di North Foreshore, a nord della città. All’epoca il Wimbledon condivideva il campo con il Crystal Palace. I documenti indicano che la possibilità che i Dons si trasferissero a Belfast fu discussa ai massimi livelli di governo nel 1997 come parte delle proposte per uno stadio nazionale in Irlanda del Nord. Il governo Blair stava cercando di portare a termine il processo di pace prima dell’accordo del Venerdì Santo dell’anno successivo. Il club, in teoria, sarebbe stato ribattezzato Belfast United. Il Wimbledon FC alla fine si trasferì a Milton Keynes, nonostante l’opposizione dei tifosi.