Le previsioni di chiusura dell’anno 2023 segnano per l’industria della moda italiana una crescita del fatturato del 4%, per un totale di circa 103 miliardi di euro. Il 20% del fatturato abbigliamento e accessori pari a 11 miliardi, è rappresentato dalle collezioni maschili, in crescita del 5% rispetto allo scorso anno. “Non sono anni di crescita forsennata ma in questo momento è importante tenere e noi terremo”. A dirlo è Carlo Capasa, Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana. “Ovviamente c’è qualche timore perché abbiamo due guerre in corso e la crisi del real estate in Cina, l’inflazione così alta che ci penalizza sul mercato americano”. “Ma considerando la congiuntura ci sembra che la moda di alta qualità, che è quella italiana, stia reggendo molto bene e le aspettative sono buone anche per il 2024”, ha concluso. Dopo un brillante primo trimestre e il rallentamento di metà anno, a settembre si è verificata una secca battuta d’arresto del fatturato dell’industria italiana della moda: -7.2% rispetto a settembre 2022, concentrata soprattutto nelle filiere tessile e della pelle, e più leggera nei settori collegati del beauty e dei gioielli. Il risultato negativo di settembre ha trascinato verso il basso l’intero terzo trimestre (-1.0%).Nel complesso nei primi 9 mesi del 2023 il fatturato resta in crescita del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel terzo trimestre, il raffreddamento dei prezzi ha contribuito ad accentuare la battuta d’arresto. Nella prima metà dell’anno la crescita dei prezzi industriali nelle fiere tessile e della pelle è stata ancora sostenuta dalla crescita dei prezzi dell’’energia e delle materie prime, era intorno all’8% nel primo trimestre e al 7% nel secondo, rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente. A settembre si è invece fermata al 3.8%. Il dato di ottobre segnala in nuovo calo al 2.7%. Sono in calo anche le quantità prodotte, misurate in numero di capi, una tendenza che aveva già caratterizzato il 2019, anno pre-Covid, e che la ripresa del 2021, 2022 e inizio 2023 aveva oscurato. In Italia, nel retail la dinamica dei prezzi dei prodotti della moda è rimasta stabile al 3% e inferiore all’inflazione generale, per tutto il 2023 fino ad agosto. Dal mese di settembre si è ulteriormente raffreddata fino al +2.2% di novembre. A settembre e ottobre si è registrato un calo delle vendite di abbigliamento (-4.7% a settembre e -5% a ottobre) e di calzature, (-3.4% a settembre e -3% a ottobre), con invece una crescita del beauty (+3.1% a ottobre) e una stabilità per la gioielleria. I dati sono stati presentati nel corso della conferenza stampa di presentazione della Milano Fashion Week Uomo che si terrà dal 12 al 16 gennaio. Nel secondo e terzo trimestre del 2023 il commercio internazionale ha complessivamente subito una contrazione. L’export globale misurato in dollari dei paesi del G20 è diminuito del -3.1% nel secondo e del – 1.2% nel terzo trimestre. Le esportazioni dell’industria italiana della moda nel periodo gennaio-agosto (ultimi dati disponibili) sono complessivamente aumentate del 6.3% con differenze significative tra settori “core” (tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria e calzature) e settori collegati (occhiali, gioielli, bigiotteria e beauty). Nei settori “core” la crescita è stata modesta (+3.2%). I dati mostrano inoltre una alterazione dei percorsi di export, segnalata dalla caduta dei flussi transitati attraverso la Svizzera, che hanno raggiunto le destinazioni finali attraverso altri percorsi. Oltre che verso la Francia, primo paese cliente, l’export è cresciuto significativamente verso i paesi asiatici, + 16.4% verso il Giappone, + 9.7% verso la Cina, +8.6% verso Hong Kong con una lieve riduzione verso la Corea (-1.8%). In crescita anche i mercati del Medio Oriente, (+21% verso i Paesi OPEC, di cui + 33% verso gli Emirati). In netta ripresa anche i flussi verso Turchia (+33%) e Russia, (+27.9%). L’export dei settori collegati è stato invece molto dinamico, con una crescita complessiva del 16% e due cifre verso quasi tutti i primi 10 Paesi clienti: +13.5% verso gli USA, +16.2% verso la Francia, + 22% verso la Germania, +29.2% verso la Cina. Le importazioni hanno registrato una stabilizzazione nei settori “core” (+1.3%) ma sono cresciute in doppia cira (+14.2%) nei settori “collegati”. In generale si registra una contrazione significativa dell’import dalla Cina, sia per i prodotti “core” che per quelli “collegati”. Il saldo commerciale complessivo di moda e settori collegati è stato nei primi 8 mesi positivo per 26 miliardi, in crescita di 2.4 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2022.