Sono più di 300 mila i casi di diabete di tipo 2 in Sicilia. Il dato è emerso nel corso dell’evento “La pandemia diabete t2 – dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura”, organizzato a Palermo. Per Vincenzo Provenzano, Presidente nazionale Sidmo, l’obiettivo è “di completare il progetto Igea, che prevede una spesa di 7 miliardi di euro per creare le reti, che metterà in condivisione dati tra la medicina generale, ambulatoriale, diabetologo ospedaliero, ma anche gli specialisti delle complicanze quali cardiologo e nefrologo. Un progetto che eviterà ripetizioni di esami sullo stesso paziente evitando cure ogni volta diverse e anche non adeguate”.”Ma la vera sfida della Sicilia e dell’intera Italia – è emerso dal convegno – sarà la digitalizzazione, il cui Pnnr prevede già 7 miliardi nella prima fase. Noi abbiamo già un progetto che riguarda l’organizzazione della cura del diabete in Sicilia. Siamo convinti che dare voce a questo progetto che dice in maniera molto semplice chi fa cosa, come, quando, relativamente al grado di complessità della malattia nelle persone con diabete, ci permetterà certamente di cambiare il volto a una diabetologia siciliana che vive in questo momento il doppio della mortalità in Sicilia per diabete è la più alta percentuale di complicanze”. Per Salvatore Corrao, Past President AMD, Regione Siciliana, “La situazione epidemiologica in Italia e in Sicilia è in continua crescita. Le criticità riguardano l’organizzazione attorno al paziente, il quale ha una serie di esigenze che non sono solo più quelle del controllo della glicemia. Anche i nuovi provvedimenti terapeutici che abbiamo a disposizione permettono di controllare le alterazioni cardiologiche, le alterazioni renali, ma questi pazienti hanno anche la necessità di un controllo multidimensionale con particolare attenzione al caregiver, visto che diventano sempre più anziani”. “In un periodo cruciale come questo, – evidenzia Calogero Leanza Vice Presidente Commissione Sanità dell’ARS – ritengo fondamentale orientare il settore sanitario verso una prospettiva incentrata sulla prevenzione. La qualità del sistema sanitario è intrinsecamente legata alla capacità di prevenire le patologie e promuovere stili di vita salutari. Nell’affrontare la complessità della pandemia diabete tipo 2, è imperativo un impegno concreto nella sensibilizzazione e nell’adozione di pratiche preventive. Investire in programmi educativi, promuovere la consapevolezza e sostenere iniziative che favoriscano stili di vita salubri sono pilastri essenziali per costruire una società più sana e resiliente”.