La Regione Emilia-Romagna (nella foto, il presidente Stefano Bonaccini) ha deciso di dare avvio al progetto di Servizio civile straordinario a favore dei territori colpiti dall’alluvione. Sono 70 ragazzi e ragazze dai 18 ai 29 anni ai quali la Regione Emilia-Romagna offre la possibilità di svolgere un periodo di impegno straordinario, che non a caso si chiama ‘Romagna mia’, con l’obiettivo di offrire un supporto ai comuni e alle popolazioni colpite. Previsione dei rischi e gestione delle emergenze di protezione civile; campagne di comunicazione per la promozione di stili di vita all’insegna della sostenibilità e del risparmio energetico; tutela del patrimonio storico, artistico e culturale e assistenza alle persone anziane o con disabilità e alle donne in difficoltà o con minori a carico sono solo alcune delle attività in cui i partecipanti verranno coinvolti. I fatti di maggio hanno portato alla morte di 17 persone, 36.000 sfollati, oltre a provocare 60.000 frane, allagare interi quartieri, mandare sott’acqua quasi 80mila ettari di terreni agricoli. Per una conta finale dei danni stimati in 8,5 miliardi di euro. La Regione, tramite un finanziamento di 220mila deciso dalla Giunta, ha previsto un avviso interprovinciale supplementare per il Servizio civile regionale, che si va ad aggiungere a quello ordinario pubblicato lo scorso giugno. Dei 70 posti disponibili, 16 sono in provincia di Ravenna (interessati 4 comuni) e 54 in provincia di Forlì-Cesena (10 Comuni). Le domande potranno essere presentate entro il 2 gennaio 2024. “Come la Regione fece in occasione del terremoto del 2012- ricorda l’assessore al Welfare e alle Politiche giovanili dell’Emilia-Romagna Igor Taruffi- anche in questo caso abbiamo pensato ad un Servizio civile regionale straordinario in cui ragazze e ragazzi, che peraltro sono stati tra i primi a prestare aiuto allora come oggi, possono mettersi in gioco e aiutare territori e popolazioni così duramente colpiti”.
di Riccardo Emanuele Eustor