Centosessantasei euro per un giorno di sosta alla Stazione Termini. Succede se, oltre alla dimestichezza nel gestire il caos che si sprigiona dalla miscela di cantieri aperti, turisti in coda in attesa del taxi e pedoni indisciplinati che spuntano da ogni dove, non si hanno almeno venti diottrie. Quanto accaduto alla signora Maria è una storia nella quale solo il nome è di fantasia, perché potrebbe succedere a tutti.
Nessuna scritta «sosta breve»
Arrivata in macchina dalla parte di via Marsala alla stazione Termini, ovvero l’hub ferroviario più importante di Roma e pure del Paese, vede subito la grossa «P» sistemata, con tanto di barra elettrica controllata dall’addetto nel box, a due passi dall’entrata/uscita pedonale. Sotto la «P» i led indicano se il parcheggio è completo o libero. E accanto un cartello con scritte bianche su fondo blu – in alto campeggia la scritta «Roma Termini, via Marsala» – dà il dettaglio dei tempi e delle tariffe. Il problema è che il cartello non si riesce a leggere, almeno non così bene se non da oltre la sbarra. Da dietro il lunotto, mentre si arriva in auto, è quasi impossibile. E soprattutto manca la dicitura «Sosta breve», una mancata evidenza che, come vediamo, può fare la differenza.
A Fiumicino caratteri cubitali
Così Maria vede la «P», nota che il parcheggio segna «Libero» e imbocca facendo alzare la sbarra e lasciandosi dietro il caos che, in concomitanza dell’arrivo dei Frecciarossa, rende via Marsala quasi inaccessibile alle macchine. I posti a disposizione delle auto sono una trentina in tutto. La signora in questione ne sceglie uno, lascia l’auto e corre a prendere il treno forse pensando che, per il parcheggio, a Termini funzioni come all’aeroporto di Fiumicino, dove gli stalli per la sosta, lunga o breve, sono segnalati a caratteri cubitali per azzerare il margine d’errore.
Sosta lunga duecento metri dopo
Solo al ritorno, il giorno successivo, si rende conto che a Termini non è così. E alla fine il conto corrisponde a un vero e proprio salasso: entrata nel parcheggio alle ore 16,38 del 26 novembre e uscita alle 18,05 del giorno successivo (25 ore e 27 minuti) portano Maria a dover sborsare 166 euro Iva compresa. E l’amarezza aumenta non appena la signora, incredula per una ricevuta così esosa, va a leggere il cartello all’ingresso: nessuna indicazione per la sosta breve, solo una riga in fondo al pannello nella quale si fa presente che per la sosta lunga il parcheggio giusto è, sì, sempre in via Marsala, ma duecento metri dopo, al civico 53. Lì i posti a disposizione sono 932 e le tariffe vanno di conseguenza: 19 euro per un «giorno solare».
Andrea Arzilli, corriere.it