Il 33% delle aree costiere che appartengono al demanio pubblico è attualmente concesso a terzi, mentre il restante 67% è libero. Questo dato emerge dal lavoro di un gruppo di esperti istituito a maggio presso la Presidenza del Consiglio, incaricato di definire se ci sia scarsità di risorse naturali disponibili lungo le coste italiane. La questione è importante perché la scarsità avrebbe portato all’applicazione della direttiva europea Bolkestein sulle concessioni balneari.
L’associazione dei gestori dei lidi balneari ritiene che il dato confermi che non vi è scarsità di risorse naturali lungo le coste italiane e quindi la direttiva Bolkestein non dovrebbe essere applicata al settore. Questa direttiva europea richiede nuove gare per le concessioni a partire dal 2024, secondo le decisioni recenti del Consiglio di Stato, o in un momento successivo, a seconda di quanto previsto dal decreto Milleproroghe.
Tuttavia, non vi è un consenso unanime all’interno del governo su come procedere. Alcuni parlamentari sostengono che, se la risorsa non è scarsa, le concessioni già in essere potrebbero essere prorogate, ma questa posizione è controversa alla luce delle regole europee.
Inoltre, l’associazione dei gestori dei lidi balneari chiede che il tavolo tecnico prosegua il lavoro per comprendere anche la situazione delle coste dei laghi e dei fiumi.
Il tavolo tecnico è stato istituito per mappare tutte le concessioni esistenti lungo le coste italiane, verificando quante di esse siano già occupate e quante possano essere date in concessione. Questo lavoro è stato reso più complesso dal fatto che i dati relativi al demanio lacuale e fluviale richiedono tempi lunghi di elaborazione a livello comunale o sovraregionale.
La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha chiarito che le concessioni delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente, applicando le norme europee. Questo ha reso ancora più importante il lavoro del tavolo tecnico per stabilire se vi sia scarsità di risorse naturali.