La Decima sinfonia di Beethoven, opera incompleta del compositore tedesco, suonata in forma integrale grazie all’intelligenza artificiale. Mercoledì 27 settembre, alle Ogr di Torino, l’orchestra giovanile dell’Arsenale della Pace del Sermig eseguirà l’ultima opera del grande compositore rimasta incompiuta, completata nel 2021 grazie all’intelligenza artificiale con il progetto “Beethoven X”. L’evento apre l’Italian Tech Week 2023, la più importante tech conference nazionale, in programma dal 27 al 29 settembre negli spazi delle Ogr. Alla sua morte, il 26 marzo 1827, Ludwig van Beethoven ha lasciato alcune pagine di appunti scritti per una sinfonia, la Decima, rimasta incompiuta fino al 2021, quando un team di musicologi ed esperti nel campo dell’intelligenza artificiale ha realizzato le parti mancanti, basandosi sulle annotazioni del compositore tedesco e sulle sue altre opere. Un progetto ambizioso che ha visto a capo del team Ahmed Elgammal, professore e direttore del laboratorio di Art & AI Lab alla Rutgers University del New Jersey. Nel team erano presenti anche il compositore austriaco Walter Werzowa, l’esperto di musica computazionale Mark Gotham e il musicologo dell’Università di Harvard Robert Levin. A raccogliere la sfida dell’esecuzione è il Laboratorio del suono del Sermig di Torino, con l’orchestra giovanile che eseguirà due movimenti del brano, il terzo e il quarto, della durata di una decina di minuti in totale. “Nutro grandissima stima e ammirazione per coloro che hanno ideato e condotto il progetto Beethoven X – dice il direttore dell’orchestra Mauro Tabasso – un lavoro del genere richiede grandissima competenza, sensibilità, creatività e talento. Ritengo che l’intelligenza artificiale sia oggi una delle massime espressioni della bellezza e della creatività umana, se usata a fin di bene, e penso che se Beethoven fosse vissuto ai giorni nostri, probabilmente avrebbe utilizzato tutti gli strumenti musicali e tecnologici a sua disposizione per suscitare le emozioni uniche e potenti che la sua musica sa evocare”.