La Guardia di Finanza ci fa sapere che ad agosto, in materia di controllo delle esposizioni dei prezzi medi dei carburanti, ha fatto 2.424 interventi riscontrando irregolarità in 659 casi, con 1.439 violazioni, di cui: 570 per mancata esposizione dei prezzi e/o difformità di quelli praticati rispetto a quelli indicati; 869 per inosservanza degli obblighi di comunicazione all'”Osservaprezzi carburanti”, istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy.
Poco più del 27% di irregolarità. Tutto sommato una percentuale non alta se consideriamo che la norma è entrata in vigore lo scorso 1 agosto e, tutti, ma proprio tutti a parte (per finta) le istituzioni e alcune associazioni, erano consapevoli della sua inutilità.
Un bilancio che, nei suoi risvolti economici e di tempo impiegato, ha coinvolto la spesa pubblica per applicare un nuovo illecito, far pagare nuove multe ai benzinai e non aver dato nessun effetto rispetto a quanto previsto, bloccare l’aumento dei prezzi dei carburanti.
Ottimo risultato. Una norma che va ad aggiungersi al novero delle inutilità amministrative e politiche. A che servono queste norme, oltre a far credere a chi le propone di avere una platea di stupidotti che possano credere servano a qualcosa?
Un disastro! Che ha fatto credere che gli aumenti fossero colpa dei benzinai e non del mancato calo delle accise (quasi il 60% del prezzo alla pompa). Ma il governo era più interessato a ricavare – dicono – soldi per darli ai poveri, farglieli loro consumare con qualche bonus e farli rimanere poveri il giorno dopo. E, come se non bastasse, sempre il governo ci ha illuminato dicendoci che i prezzi bassi della benzina favorirebbero i ricchi, ché sono loro che hanno i macchinoni che consumano tanto… come se i poveri non comprassero la benzina e, di conseguenza, continuassero ad essere più poveri.
Vincenzo Donvito Maxia, presidente Aduc